sabato,27 Luglio 2024

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CHIARA TODERO ARCHITETTO E ARTISTA CONTEMPORANEA

Narra il suo mondo creativo attraverso illustrazioni e pitture giocose, i suoi disegni raccontano espressioni e personaggi curiosi, un misto tra cartoon anni 90, elementi pop art e un richiamo cromatico al movimento De Stijl. I suoi simpatici personaggi monoculari sono costruiti attraverso una sintesi comunicativa immediata, un perfetto racconto dal linguaggio ‘Millennial’. L’impatto emotivo dei suoi lavori è allegro, i personaggi rappresentati spiazzano lo spettatore che scorge immediatamente la contrapposizione tra il ludico e il serio, i personaggi dalle fattezze simpatiche e comiche hanno però un espressività seria ed adulta, un mix perfetto che definisce e identifica lo stile pittorico di Chiara, rendendo certamente interessante unico e riconoscibile.

L’INTERVISTA

ZP Da dove nasce o da dove arriva questa tua necessità di fare arte?

CT Sai, non ho memoria del momento preciso in cui ho iniziato a disegnare, potrei dirti da sempre… ricordo quaderni a righe fitti di disegni a biro e pastelli fino all’età di sei anni, gli album Fabriano e le tempere atossiche durante le scuole elementari, negli anni del liceo le tele bianche e i ritratti a carboncino, ogni genere di esperimento bidimensionale da allora fino ad oggi. È stato un percorso trasversale, tra gli studi in architettura e la laurea, le prime mostre, i primi premi e la mia attività di interior designer. Disegnare e dipingere per me sono esigenze naturali, per stare bene.

ZP Quando lavori, in che tipo di ambiente sei? Ascolti musica o necessiti di silenzio assoluto?

CT Lavoro in casa ascoltando un sottofondo, raramente in silenzio. Mi piace lavorare anche con il chiacchiericcio in sottofondo dei miei bambini e osservarli nei loro tentativi di emulazione grafica mentre io dipingo.

ZP Ci raccontati il luogo di lavoro ideale?

CT Se chiudo gli occhi vedo un loft con pareti bianche immacolate, infissi di metallo nero ed un grande tavolo in legno, con evidenti segni di usura e di colore, certamente una seduta comoda magari imbottita da un tessuto spesso. La luce sempre presente sia quella naturale di giorno che quella dei lampioni la sera, che filtra dalla finestra e si confonde con quella della lampada da tavolo. Visto che posso immaginare ci metto dentro anche il ricordo del mio cane che purtroppo non c’è più. Questa immaginaria casa-studio-loft forse nella realtà sarebbe molto rumorosa e probabilmente i muri non sarebbero cosi immacolati ma carichi di graffiti rupestri a pennarello… in una visione non proprio così idilliaca (dice ridendo).

ZP Cosa pensi dell’arte attuale?

CT Rispondo senza pensare troppo, altrimenti vado lunga. Ho delle preferenze molto nette, che a volte sono rivolte all’artista e alla persona allo stesso tempo, altre volte no. In un’intervista ho sentito dire a Laurina Paperina (artista contemporanea di grande spessore), che le doti che apprezza in un artista sono la determinazione e l’umiltà, e non potrei essere più d’accordo. Tutto è frutto di duro lavoro e costanza, le scorciatoie non mi piacciono, dunque apprezzo gli artisti che seguono questa linea e che la rendono palpabile nel loro lavoro, che si pongono degli obiettivi, che li raggiungono, che sono consapevoli del proprio operato, ma che mantengono sempre un profilo ben saldo a determinati valori. Laurina è una di loro, a mio parere. Apprezzo e quando posso acquisto dei pezzi d’arte molto diversi fra loro, ma ciò che li accomuna è la soddisfazione visiva che mi procurano, prima di qualsiasi lettura simbolica o concettuale, che ovviamente è importante, questo è certo. Mi emoziono verso l’artista quando scorgo che sta cercando e facendo qualcosa diveramente nuovo, non una ricerca fine a sè stessa autoreferenziale, ma che generi qualcosa di forte, di bellissimo, anche per gli altri. In questo senso mi viene in mente il lavoro incredibile di Vhils. Andando su realtà meno figurative, apprezzo moltissimo Elisa Bertaglia, 108 (Guido Bisagni), Nuria Mora e, con un salto nel passato, assolutamente Matisse. Ma questi sono solo alcuni esempi.

ZP Chi ti ha ispirato nelle tua carriera?

CT È strano quello che sto per dirti, difficile da spiegare anche a me stessa, ma gli artisti che mi hanno (il più delle volte inconsapevolmente) ispirata, non sono quelli che amo particolarmente. Mi piace dipingere, mi appassiono al processo, all’uso del colore e alla scelta della composizione. Se penso alle mie istintive affinità stilistiche e tematiche penso a grandi artisti come Takashi Murakami o Yoshimoto Nara, davvero dei maestri assoluti a cui ispirarsi, senza dimenticare artisti come Javier Calleja e la bellissima sintesi tutta italiana di Ale Puro.

ZP Se tu potessi trascorrere un giorno con un artista vivente o del passato chi sceglieresti?

CT Sarei tentata di dire banalmente Banksy, per l’intelligenza sopraffina che lo contraddistingue e per la curiosità di vederlo in faccia, ma non lo dirò, perchè non vorrei spezzare questo suo anonimato, divenuto ormai sacro, nonché parte integrante del suo operato. Quindi dirò Giuseppe Veneziano, per vedere come lavora dal vivo e per imparare qualcosa da un grande maestro contemporaneo.

ZP Una frase o una citazione che non dimenticherai mai.

CT “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza” Dante, Inferno. Alla maturità classica avevo scritto un tema sulla figura di Ulisse nella letteratura. Indimenticabile citazione, usata per altro con una certa disinvoltura, relativa a una figura, quella di Ulisse, che ha in sè l’idea del viaggio e per me i viaggi sono vitali.

ZP Hai dovuto compiere molti sacrifici per arrivare dove sei ora ?

CT Penso sia tutto una questione di organizzazione. Ho sempre avuto molti interessi e fatto tante cose, ma senza stress e cercando di rispettare anche le esigenze della mia famiglia. Sicuramente il concetto di sacrificio fa parte della mia forma mentis, ma non posso parlare di sacrificio a proposito delle mie attività, innanzitutto perchè è una mia libera scelta, poi perchè lo faccio con gioia e senza sacrificare altro, come il tempo con i miei figli e mio marito, che sono la priorità.

ZP Spiega la tua arte e il tuo lavoro.

CT Il mio lavoro indaga le tensioni, le aspirazioni, e la diversità come fonte di peculiarità positiva. Mi piace la sintesi e anche nell’utilizzo cromatico, cerco di restituire l’essenziale. I miei personaggi, Mr. e Miss Duckie, sono nati all’inizio degli anni 2000, scarabocchiando durante una telefonata, per questo tendo sempre a contestualizzarli nell’ambito della doodle art, anche se poi si sono evoluti e raffinati graficamente diventando presto superflat. Possono essere in qualche modo associati a tutta quell’arte che ha visto nei characters di ascendenza giapponese la sua fortuna, in questo senso il concetto di “kawaii” è sempre presente, anche se a modo mio. Sono una consumatrice abituale di street art, spero che anche quest’ultima abbia avuto un certo ascendente sul mio modo di fare arte. In definitiva i Duckies, invadente onnipresenza nelle mie opere, oggi come allora vivono inattivi nel loro universo simbolico, carico di aspirazioni inespresse, fra differenze e amputazioni. Proiettati in una dimensione immaginaria, si perdono nell’emotività, si ritrovano nell’ironia, si materializzano nel simbolo.

ZP Prova ad usare una frase o ancora meglio una parola per descrivere la tua arte.

CT La parola è “aspirazione”.

ZP Come immagini l’arte e il suo futuro?

CT Mi piace pensare che l’arte, in futuro, mi sorprenderà sempre.

ZP Come la società percepisce la tua figura professionale e come tu percepisci la società?

CT La parola “società” mi rimanda subito ad un frase, estratta dal comunicato stampa di una mia mostra in cui, senza miei condizionamenti o suggerimenti, il curatore parlava del mio lavoro: “La Mega (il mio vecchio pseudonimo) shines through with her ironic observations and insights of our own reality” (Press Release, “Refused” solo show, 2010, Chair and the Maiden Gallery, New York City). In quel momento ho capito che le persone coglievano la relazione, implicita nel mio lavoro, fra i temi da me trattati e lo stare in società, come individui. E ne trovo conferma anche in questo altro estratto risalente a un po’ di anni fa: “L’opera della nostra artista è fresca, ironica, di impatto immediato, pur nascondendo una riflessione profonda sulla società contemporanea.Ci troviamo di fronte ad una artista emergente nel mondo “ufficiale” dell’arte, ma sicuramente di grande spessore ed intelligenza.” (Dott. Igor Zanti, critico d’arte). Le relazioni sociali sono una ricchezza, la loro fluidità e reciprocità, pur nel conflitto che si può presentare, qualcosa da auspicare sempre.

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