Fondata da Francesco De Sanctis nel 1879, l’Istituzione è nota per la sua azienda agraria e la cantina didattica, cuore pulsante della formazione enologica in Irpinia.
Nel cuore dell’Irpinia, dove le viti affondano le radici in una terra antica e vulcanica, c’è un luogo dove la cultura del vino è racconto appassionato del territorio, rigore scientifico e missione educativa. Qui, ad Avellino, da quasi 150 anni, la Scuola Enologica forma professionisti del settore ed è punto di riferimento della provincia come laboratorio di formazione e ricerca, crocevia di saperi e cantina di pregiate bottiglie.
Fondata nel 1879 per volontà di Francesco De Sanctis, intellettuale irpino e Ministro della Pubblica Istruzione, la Regia Scuola di Viticoltura e di Enologia di Avellino fu un progetto visionario che ancora oggi continua a raccogliere i suoi frutti. La scuola è un’architettura di saperi sul mondo dell’enologia con la didattica a fondamento, con l’Istituto Agrario in via Tuoro Cappuccini che forma le nuove generazioni, una cantina didattica e un’azienda agraria produttrice di vini di eccellenza intorno a cui ruotano eventi e un fervente dialogo culturale. A seguito del ridimensionamento della rete scolastica effettuato nel 2013 dal Ministero della Pubblica Istruzione, l’Istituto Agrario De Sanctis è stato accorpato con l’Istituto per Geometri D’Agostino, che ha dato origine all’Istituto Superiore di Istruzione Secondaria (I.S.I.S.) “F. De Sanctis – O. D’Agostino”. Nel 2023 vi è stato un nuovo dimensionamento e all’Istituto è stato accorpato anche il professionale Amatucci, formando così un’unica grande istituzione denominata De Sanctis-D’Agostino-Amatucci.
Dal settembre 2014 l’Istituto è diretto da Pietro Caterini, ingegnere, già docente di Topografia proprio presso il “De Sanctis”. Convinto sostenitore dell’innovazione e del dialogo costante con il territorio, il Dirigente scolastico ha aperto le porte della Scuola enologica a manifestazioni culturali e dibattiti, riuscendo a tenere sempre alta l’attenzione sullo sviluppo dell’enoturismo e sul comparto agroalimentare in Irpinia attraverso mostre, degustazioni e convegni con la partecipazione di esperti del settore e il coinvolgimento del Comune, della Provincia, delle imprese del settore, del Consorzio per la Tutela dei Vini e della Camera di Commercio. Tra gli ultimi eventi a cui la Scuola ha preso parte c’è Casa Sanremo, l’area hospitality del Festival della Canzone Italiana, durante cui sono state presentate alcune delle sue eccellenze vitivinicole come lo Spumante Brut Fiano Metodo Charmat, il Fiano di Avellino DOCG 2021 e il Brandy Avellino. A fine aprile la città di Avellino ha, inoltre, avuto un’importante occasione di visibilità: l’Istituto ha ospitato il concorso “Bacco e Minerva”, la competizione nazionale – promossa dal MIM – focalizzata sulla valorizzazione delle espressioni enologiche e olivicole prodotte dagli studenti degli Istituti agrari. Infine il 14 maggio 2025 ha partecipato al progetto “Made in MIM” promosso dallo stesso Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sulla promozione delle eccellenze italiane presso gli aereoporti italiani.
«Ritengo che la scuola rappresenti il volano di sviluppo agroalimentare, attraverso la formazione e l’innovazione, in un territorio vocato alla viticoltura di eccellenza – ha commentato il Dirigente scolastico Pietro Caterini -. Attraverso la formazione si trasferisce una mentalità imprenditoriale negli studenti, che tende a contrastare l’abbandono dei nostri territori, favorendo uno sviluppo occupazionale ed una ricchezza nel campo agroalimentare». «Le manifestazioni culturali, che spesso si svolgono a scuola, sono motivo di riflessione e di aggregazione delle nuove generazioni di imprenditori agroalimentari – ha spiegato l’ing. Caterini -. L’Irpinia è un territorio ricco di bellezze naturali e non risulta ancora sfruttato in pieno nelle sue potenzialità, pertanto attraverso la cultura, l’innovazione, l’impresa agricola e la promozione si possono generare opportunità di lavoro per le giovani generazioni nei settori agroalimentare e turistico-enoturistico delle aree interne».
Attualmente alla scuola sono annessi un Convitto, in grado di ospitare fino a 40 collegiali, e circa 24 ettari di terreno con coltivazioni di vitigni Fiano DOCG, Aglianico, Greco, vitigni sperimentali resistenti alle malattie e una collezione ampelografica di vitigni autoctoni. Nello specifico nell’azienda “Cappuccini” viene mantenuta una collezione di 44 vitigni di uva da tavola, di cui 24 cultivar apirene, che è la più importante della Campania. Nell’azienda “Torrette” viene coltivato un vigneto sperimentale con 27 cultivar di uva da vino, affiancata da una collezione di cultivar francesi di nocciole e noccioleti storici. Qui viene tenuta in coltivazione anche un’ampia collezione clonale dei principali vitigni autoctoni campani, tra cui cloni di Greco di Tufo, Fiano, Aglianico, Sciascinoso, Biancolella, per un totale complessivo di 85 cloni.
Tra i poderi e la scuola si effettua tutta la filiera produttiva: la vendemmia, la vinificazione, l’imbottigliamento e la vendita del vino. Le uve raccolte vengono lavorate in una moderna cantina mentre in una distilleria, sempre annessa all’Istituto, viene distillato parte del Fiano per ottenere un eccellente Brandy con gradazione 40°. Gli studenti sono i protagonisti di tutto il processo produttivo, partecipano attivamente alle attività colturali, quali la potatura, la vendemmia, la vinificazione. Progetti di agricoltura 4.0 integrano il percorso di studio e di esperienza pratica con focus sul marketing agroalimentare e sul turismo enogastronomico, rispondendo così alle richieste del mercato contemporaneo e promuovendo le attività locali. L’enologo e l’imprenditore del domani nascono qui, tra le colline irpine, con i piedi nella terra e lo sguardo che sa oltrepassare i calici. Nascono e crescono qui, in una scuola che è luogo di formazione e laboratorio del futuro insieme, per suggellare un patto con il territorio e rafforzarne il suo racconto identitario.
«Gli studenti sono coinvolti nel processo produttivo a tutti gli effetti – ha spiegato Fabrizio Scotto Di Vetta, Direttore dell’Azienda Agraria ed Enologica interna -. Nel mese di ottobre a ogni studente viene affidata una botte per cui viene attivato un processo di profonda responsabilizzazione e di pieno coinvolgimento, permettendo loro di apprendere direttamente le tecniche di produzione, gestione e cura del prodotto, sviluppando così competenze pratiche e un senso di appartenenza al progetto». «Quanto ai vigneti siamo autosufficienti per quando riguarda la produzione di vini a bacca bianca e bacca rossa ma non per quanto riguarda il Taurasi che, secondo il disciplinare, prevede altre zone di coltivazione per cui, per dar vita a questo prestigioso vino, ci riforniamo all’esterno, da aziende che insistono nei territori “taurasini”» ha aggiunto il Direttore.
Nei primi mesi di questo 2025 la storica Scuola Agraria ha già collezionato diversi riconoscimenti. Alla 57ª edizione di Vinitaly e in occasione della cerimonia di premiazione del 9° Concorso Enologico “Istituti Agrari d’Italia”, è salita sul podio conquistando il Primo Premio assoluto con il Taurasi DOCG 2021 (categoria Vini tranquilli a denominazione d’origine – Rossi) e il Primo premio assoluto con il Fiano di Avellino Spumante Metodo Martinotti (categoria Vini Spumanti di Qualità VSQ). Recentissimo è l’inserimento dei vini della Scuola di Avellino nel Catalogo 2025 delle eccellenze italiane con il nuovo marchio “Made in MIM” come accennato prima, ossia la raccolta delle migliori produzioni scolastiche realizzata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito in collaborazione con la Rete Nazionale degli Istituti Agrari.
La scuola nasce nel 1879 con l’obiettivo di formare tecnici specializzati nella coltivazione della vite e nella produzione del vino. All’origine il corso di studi era suddiviso in due livelli: uno inferiore per capi coltivatori e cantinieri, e uno superiore per direttori di aziende viticole e stabilimenti enologici. La prima sede della Scuola Enologica di Avellino fu la Caserma San Generoso, situata nell’omonima via della città. Questa scelta fu temporanea, in attesa di una sede definitiva. Nel novembre del 1880, l’Istituto avviò le sue attività con un corso di viticoltura e vinificazione, destinato a formare tecnici specializzati nel settore. I primi venti allievi provenivano da diverse parti d’Italia, tra cui l’Irpinia, la zona del beneventano, la Basilicata e la Puglia. Successivamente, la scuola si trasferì in una sede più stabile e adeguata, situata sulla collina dei Cappuccini, dove ancora oggi ha sede l’Istituto Tecnico Agrario “Francesco De Sanctis”. Inaugurata nel 1884 la nuova struttura venne progettata appositamente per ospitare l’attività didattica e le pratiche agricole, con spazi dedicati a laboratori, aule e vigneti per la formazione pratica degli studenti. Il Comune e gli enti interessati affrontarono onerosi prestiti per la sua costruzione e il suo ampliamento, con l’aggiunta di un terzo piano e l’annessione di nuovi poderi. Con Regio Decreto 31 agosto 1933 la scuola venne riconosciuta come Istituto Agrario specializzato per la Viticoltura e l’Enologia, con personalità giuridica e autonoma.
Gli attuali investimenti in termini di risorse umane ed economiche raccontano una storia proiettata a nuovi, ambiziosi scenari, con una sempre più marcata apertura al territorio circostante. Essendo un Istituto Agrario, alla scuola è annessa un’azienda agraria ed enologica che a tutti gli effetti è un’impresa produttiva con un proprio bilancio economico distinto da quello finanziario dell’Istituto scolastico, che pratica la vendita diretta dei propri prodotti e che ha personale addetto allo scopo. Non resta che fare un salto in Enoteca, dunque, e degustare i vini made in MIM! L’esperienza è unica ed esaltante: in ogni bollicina è racchiusa tradizione, sapienza e bellezza. Uno per tutti: il Taurasi DOCG, avvolgente ed elegante al palato, con aroma di prugna, ciliegia nera, fragole e intense sensazioni speziate, è il frutto indiscusso di un lungo lavoro dove la memoria e l’artigianalità si sono fuse con l’industria enologica 4.0.