lunedì,19 Maggio 2025

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LA VIA APPIA PATRIMONIO DELL’UNESCO

Ormai è risaputo che la Via Appia sia la più importante delle grandi strade romane. Costruita nel IV secolo a.C., nel 312, è conosciuta anche come ‘regina viarum’. Serviva inizialmente per collegare Roma a Capua e fu realizzata su iniziativa del censore Appio Claudio Cieco, dal quale il nome, membro di una delle gentes romane più nobili.
Si era nel pieno delle guerre di espansione verso il sud della penisola. L’Appia, dopo il primo tratto, fu prolungata in base alle necessità strategiche dell’Impero, raggiungendo prima Benevento, nel 268 a.C., poi Venosa e Taranto. In ultimo, nel II secolo, fu portata fino a Brindisi, importante porto per le navi dirette verso l’Oriente. Il tracciato definitivo fu di 365 miglia (circa 540 km), divenendo asse portante dell’Italia meridionale.

Il progetto, per l’epoca, era semplicemente avveniristico, con soluzioni all’avanguardia. Viadotti, ponti, gallerie, consentirono di superare ostacoli e difficoltà dovute alla morfologia dei luoghi da attraversare. Le strade romane erano concepite per essere funzionali in ogni stagione e non venivano rese impraticabili dal cattivo tempo, come sino a quel momento accadeva alla maggior parte delle strade. Queste erano stabili come fondo ed avevano un sistema di drenaggio che consentiva un assorbimento delle acque piovane, che non arrecava danni al passaggio dei carri. A prova di ciò, si può affermare che la Via Appia, così come anche altre strade romane, siano giunte fino a noi praticamente intatte per un gran numero di chilometri. Questa rete così capillare costituì un fattore importantissimo nella storia dell’umanità, in quanto svolse un ruolo decisivo nel processo di conquista. Esse contribuirono alla diffusione della civiltà romana e all’unificazione materiale e culturale delle popolazioni sparse nel mondo romano, apportando benessere e progresso.

Attualmente il suo tracciato interessa quattro regioni italiane e tredici città metropolitane e province. Per quanto riguarda il tratto che maggiormente riguarda le nostre zone, si può precisare che l’Appia parte da Benevento ed attraversa gli attuali territori di San Nicola Manfredi, San Giorgio del Sannio, Calvi ed Apice, tutti in provincia di Benevento. Poi prosegue attraversando quelli di Venticano, Bonito e Mirabella Eclano, in provincia di Avellino.

Successivamente vi fu una modifica per il tratto che partiva da Benevento, che fu sostituito da un altro percorso, più breve ed agevole, e più pianeggiante, che però si dirigeva verso l’Adriatico. Da Benevento, infatti, si diramava anche la cosiddetta Appia Traiana, voluta dall’imperatore Traiano, che consentiva di risparmiare almeno un giorno di viaggio, e che fu inaugurata nel 109-110 d.C. Questa diramazione comunque giungeva fino a Brindisi, ma piegava verso gli attuali territori di Paduli, Sant’Arcangelo Trimonte e Buonalbergo, in provincia di Benevento. Per poi attraversare Casalbore, Montecalvo Irpino ed Ariano Irpino, comprendendo l’insediamento romano di Aequum Tuticum, tutti in provincia di Avellino.

La Via Appia mantenne così la sua preminenza per molti secoli ancora, fino al medioevo, quando conobbe un periodo di abbandono. Poi fu recuperata e restaurata a partire dal XIV secolo, ad opera di papi e regnanti del regno di Napoli, fino a giungere a Napoleone che la inserì tra gli itinerari necessari per le sue attività. A causa di un’importanza così consistente, è stata riconosciuta dall’UNESCO come Sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità. UNESCO è un acronimo che sta per ‘Organizzazione delle Nazioni Unite, per l’Educazione, la Scienza e la Cultura’ e fu istituita a Parigi il 4 novembre 1946. Si riteneva, infatti, che per avere una pace duratura, non ci si potesse affidare solo ad accordi politici ed economici, bensì anche all’educazione, alla scienza, alla cultura e alla collaborazione tra le nazioni. Solo così sarebbero state rispettate le leggi, i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali previste. L’UNESCO si impegnava a costruire i presupposti per garantire pace e prosperità alle nazioni, promuovendo il dialogo interculturale ed il rispetto per l’ambiente.

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a seguito di un’attenta valutazione da parte della Commissione Nazionale Italiana. La decisione è stata presa durante la 46esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, tenutasi il 27 luglio scorso a New Delhi, in India, portando così a sessanta i siti italiani riconosciuti. Una Commissione scientifica, composta da eminenti personalità che hanno contribuito alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione della strada, ed un Comitato tecnico-scientifico composto da studiosi del settore universitario e del Ministero della Cultura, si sono occupati di predisporre la documentazione idonea a richiedere l’iscrizione nella lista.
Da molti anni eventi di rilievo si erano sviluppati intorno a questo argomento. Diffuse iniziative chiamate ‘Appia Day’, ovvero dei festival nati per celebrare la Via Appia, con tanti eventi connessi, come musica, spettacoli, trekking, tour in bicicletta, a cura di enti locali e associazioni. Inoltre, apertura straordinaria e gratuita di monumenti tra Roma e Brindisi. Molte anche le rievocazioni storiche con cortei in costume e spettacoli teatrali. Una storia a fumetti con la Panini-Disney in cui Topolino e i suoi amici viaggiano nel tempo percorrendo l’antica strada. Un documentario prodotto con la RAI che è stato inserito anche nella documentazione di candidatura.

E’ stato persino introdotto da molti un brand Appia, nelle forme di pubblicità commerciali o di marketing, che quindi fanno esplicito riferimento a questa strada romana e alla sua storia, connettendo così, produttività ed identità territoriale. Lungo il tracciato dell’Appia ci sono molte testimonianze infrastrutturali, archeologiche e architettoniche per le quali il ministero ha dedicato fondi specifici. Tanti i progetti di restauro e valorizzazione di monumenti che fanno parte del patrimonio del nuovo sito UNESCO, ormai patrimonio mondiale e non più solo italiano.

Tra i molteplici progetti di studio e di ricerca, sviluppatisi in questi anni, nelle nostre zone ne spiccano due. Il primo è quello denominato ‘Ancient Appia Landscapes’, partito nel 2011 con una convenzione tra il Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali dell’Università di Salerno e l’allora Soprintendenza Archeologica della Campania. Ha riguardato tutto il territorio posto a sud-est della città di Benevento, sotto la direzione del prof. Alfonso Santoriello. L’obiettivo era lo studio topografico del percorso della Via Appia nel territorio sannita, integrato con il riconoscimento dei fenomeni ambientali e delle attività socio-economiche e produttive che hanno contribuito alle dinamiche insediative che si svilupparono lungo questa strada. Il secondo, invece, è quello chiamato ‘La viabilità romana dell’Irpinia’ che aveva come oggetto le ricerche topografiche sulla zona. La collaborazione era tra la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e quella di Benevento e Caserta, con l’Università del Salento, responsabile scientifico il prof. Giuseppe Ceraudo. L’obiettivo era analizzare la viabilità in genere, in quanto dopo Aeclanum le tracce dell’Appia vanno perdendosi nel punto in cui la conformazione del territorio può offrire diverse soluzioni per un possibile tracciato, e quindi ricostruire anche i percorsi di altre strade romane. Ci si augura che questo prestigioso riconoscimento possa davvero portare un reale beneficio al paese, ed in particolare alle nostre zone, con progetti interessanti, finanziamenti ben utilizzati, iniziative mirate a promuovere il territorio e le tante peculiarità di cui è ricco e a volte inconsapevole.

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