sabato,27 Luglio 2024

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LA NOCCIOLA, NUX ABELLANA

Frutto antico, gustoso, ricco di vitamine e propiziatore di felicità, la nocciola è tra i prodotti tipici d’eccellenza della nostra provincia. 

Le origini della coltivazione in Irpinia sono molto antiche. Lo stesso nome latino, “nux abellana”, lo testimonia. Abella era l’antica cittadina etrusca che sorgeva lì dove oggi c’è Avella. Macrobio, nei Saturnalia, scriveva: “Nux haec Abellana, quae est eadem, ex arbore est quae dicitur corylus, de qua Virgilius dicit: Corylum sere” (È questa la noce avellana, proprio quella raccolta dall’albero cosiddetto corylus, chiamato così anche da Virgilio nelle Georgiche). Su questo centro noto sin dai tempi dei Romani per la fiorente produzione di nocciole abbondano i riferimenti letterari. L’hanno descritta e decantata Plinio, Virgilio e Catone. Ad attestare la presenza del frutto nella zona ci sono anche i reperti del VI sec. rinvenuti a Rocca San Felice, nei pressi del tempio consacrato alla Dea Mefite. “Corylus Avellana” è il nome scientifico che oggi viene dato al nocciolo comune. Fu Linneo, padre della classificazione binomiale, a battezzare la pianta nel 1753, mettendo insieme due parole: “corylus”, il nocciolo cantato da Virgilio nelle Georgiche, e l’attributo locativo “avellana”, di Avella. Ma da cosa deriva la parola latina “corylus”? “Koris”, in greco, era l’elmo. Il gusto della nocciola ricorda, difatti, un elmo sannita. E perché abbiamo detto, all’inizio, che è un propiziatore di felicità? Al tempo degli antichi romani si usava donare piante di nocciolo per augurare felicità. Ugualmente accadeva in Francia, dove la pianta veniva donata agli sposi come simbolo di fecondità. E oggi? Cosa rappresenta la nocciola in Irpinia e in tutta la Penisola? Le industrie dolciarie non possono farne a meno mentre il turismo ha già da qualche anno battezzato il “noccioturista”, ossia il viaggiatore goloso alla ricerca e alla scoperta del prodotto d’eccellenza e del suo territorio ricco di paesaggi, storia, tradizioni, natura, enogastronomia ed esperienze sensoriali. Diffusa in gran parte dell’Irpinia, la coltura della nocciola si concentra in modo particolare nei territori di Vallo di Lauro e nel Baianese, nella Valle del Sabato, nel Partenio e nella Valle Caudina. In queste terre il suolo, di tipo calcareo, è particolarmente adatto alla coltura della nocciola. Pur essendo stato per anni un territorio fortemente vocato a questa produzione – si parla di 1/3 della produzione nazionale – una crisi diffusa si è manifestata nell’ultimo periodo tant’è che la commissione Agricoltura della Regione Campania, su impulso della Coldiretti, sta valutando una strategia per risollevare il comparto.
Quanto alle proprietà nutrizionali, si può ben dire che siamo davanti a un potente integratore alimentare. Gli esperti consigliano di consumare al massimo 30 grammi di nocciole al giorno (circa 25). I benefici per la salute sono tanti. Essendo una fonte eccellente di vitamine, minerali (potassio, magnesio fosforo e calcio), proteine, fibre, acidi grassi essenziali (i cosiddetti acidi grassi “buoni”) e antiossidanti (come la vitamina E), consentono di prevenire malattie cardiovascolari e tenere sotto controllo il colesterolo, favoriscono il benessere di muscoli e ossa e migliorano la regolarità intestinale. La vitamina E, di cui sono ricche, protegge la pelle dagli effetti dannosi dei raggi ultravioletti, dall’invecchiamento prematuro e da alcuni tumori. Le proprietà sono note anche nella cosmetica. L’olio di nocciola nutre la pelle e rende lucidi e corposi i capelli.
L’uso in cucina è piuttosto variegato. Si va dai dolci e dalle creme a base di cacao ai condimenti per la pasta. La nocciola accompagna insalate e verdure ma è perfetta anche per esaltare piatti freddi come i formaggi. In questi casi la fantasia e il buon gusto primeggiano. Che sia un semplice spuntino o un ingrediente estroso, la nux abellana si presenta sempre preziosa e dalla fragranza unica, racchiusa nel suo elmetto legnoso, finemente striato.

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