giovedì,6 Novembre 2025

HomeCulturaASSOCIAZIONE NAZIONALE LE DONNE DEL VINO

ASSOCIAZIONE NAZIONALE LE DONNE DEL VINO

SOSTENIBILITÀ, INNOVAZIONE E PASSIONE

È l’associazione di enologia al femminile più grande e organizzata al mondo, che riunisce in sé straordinarie professioniste del vino, non solo produttrici, ma anche ristoratrici, enotecarie, sommelier, giornaliste, avvocate, architette e professioniste di ogni ambito del settore vitivinicolo. Tutte imprenditrici poliedriche, donne dinamiche, curiose, aperte all’innovazione e pronte a ogni formazione. Una rete forte, appassionata, come solo le donne sanno essere, che conta 1230 iscritte, presenti in tutte le regioni italiane, con attività locali coordinate da una Delegata regionale, al fine di promuovere la cultura del vino e valorizzare il ruolo delle donne lungo tutta la filiera enologica e nella società.

Stiamo parlando dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino, che rappresenta un universo femminile protagonista dell’ospitalità, della cultura, della cura e della salvaguardia del territorio italiano, fondata nel 1988 su iniziativa di Elisabetta Tognana. Dal 2023 la presidente dell’Associazione è Daniela Mastroberardino, produttrice campana, amministratore e export manager dell’azienda vinicola Terredora Di Paolo di Montefusco e dal 2012 al 2015 Presidente Nazionale del Movimento Turismo del Vino.

Mondo del vino e ruolo della donna è un connubio che si fa sempre di più solido nel panorama nazionale e mondiale. Ne abbiamo parlato con la presidente Daniela Mastroberardino.

Quali sono le iniziative specifiche che l’Associazione Nazionale Le Donne del Vino porta avanti per dare maggiore visibilità e riconoscimento al contributo femminile nel mondo del vino?
Siamo oltre 1200 socie, molte di queste donne con la loro tenacia e determinazione hanno cambiato e stanno cambiando il volto del vino in Italia e sono ambasciatrici del vino nel mondo. Rappresentiamo, infatti, la punta di diamante delle donne impegnate nel settore vitivinicolo, non solo produttrici, ma anche tante figure professionali occupate in questa filiera e che, con il loro operato, contribuiscono al suo successo. Per queste ragioni, per il nostro essere quotidianamente attive siamo diventate la voce autorevole quando si parla di donne e vino. Con riferimento alle iniziative specifiche per dare maggiore visibilità e riconoscimento del contributo femminile, citerei l’indagine sul gender gap nel vino condotta nel 2021 dall’Università di Siena in collaborazione con Unione Italiana Vini e la nostra associazione, che fotografava sempre più donne ai vertici delle aziende vitivinicole nei ruoli della comunicazione, marketing e accoglienza. Ma, ancora oggi, se decidono di diventare madri, molte sono costrette a chiedere il part time perché mancano i servizi che consentono loro di conciliare lavoro e esigenze familiari. Grande è l’attenzione, poi, a dare il nostro piccolo contributo per la diffusione di una cultura di genere attraverso varie iniziative, a gennaio 2024 – ad esempio- abbiamo siglato un protocollo d’Intesa con la Polizia di Stato per contrastare la violenza di genere. Ma l’obiettivo principale de “Le Donne del Vino” è costruire una rete di donne che, attraverso la loro testimonianza, crei un ponte tra generazioni. La nostra nota distintiva ci vede impegnate nel perseguire gli obiettivi strettamente legati alla sfera professionale e alla formazione, in altre parole è la forza del fare.

Secondo lei, qual è la situazione del settore vinicolo irpino, anche considerando il ruolo femminile?
Donne e vino sembravano vivere un matrimonio felice se stiamo ai numeri annunciati nello scorso Vinitaly. Con un’incidenza del 46% la nostra provincia è in testa a livello nazionale per quota di cantine vitivinicole a maggior tasso femminile. Secondo le elaborazioni dalla Camera di Commercio di Irpinia e Sannio su fonte Infocamere relative al 2024, il dato sia dell’Irpinia, ma anche del Sannio è nettamente superiore alla media nazionale (28%).
Questi numeri ci confortano, ma la strada per una piena parità di genere, in Irpinia come in Italia, è ancora lunga e in salita.

Quanto l’approccio femminile influisce nel creare una prospettiva diversa o nel dare un valore aggiunto in termini di sostenibilità ambientale e sociale nel settore vinicolo?
Le donne sono meno di un terzo del management agricolo e dirigono imprese piccole e, infatti, la SAU, Superficie Agricola Utilizzabile, a conduzione femminile è solo il 21% del totale ma produce il 28% del PIL agricolo. L’incremento di donne in posizione dirigente ha portato un pensiero differente più aperto all’accoglienza e alla diversificazione. Il <<malting pot>> costituito dalla maggiore presenza di donne dirigenti, stranieri e tecnologia è stato il motore di cambiamento e sviluppo dell’agricoltura. Una propensione alla diversificazione produttiva e all’accettazione del nuovo, che hanno reso le aziende agricole guidate dalle donne più resilienti.

C’è un consiglio che vorrebbe dare a una giovane donna irpina che sogna di lavorare nel settore vinicolo, magari proprio come produttrice o in un ruolo di leadership?
Acquisire idonee competenze professionali per fronteggiare le tante sfide di oggi, a cominciare dal cambiamento climatico e dalle evoluzioni dei trend di mercato. Maturare, possibilmente, esperienze anche in altri territori prima di insediarsi con una propria attività nella nostra Irpinia e sviluppare così una maggiore capacità critica, importante per avere successo. Ma il consiglio più importante resta… non arrendersi mai!

ALTRI ARTICOLI

I più Popolari

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.