giovedì,10 Luglio 2025

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LA TRANSUMANZA

Inserita nel 2019 nella lista dei Patrimoni Culturali immateriali dell’Umanità, la transumanza è un’antica pratica che consiste nello spostamento stagionale del bestiame lungo le rotte migratorie. Prima dell’arrivo dell’inverno, c’era l’usanza di trasferire le mandrie dalle zone montane, più fredde, verso le pianure pugliesi, più temperate. Da secoli questa pratica ha riguardato prevalentemente la zona dell’Appenino centro-meridionale, e quindi indicativamente le regioni della Toscana, del Lazio, dell’Abruzzo, del Molise, della Campania e della Puglia, meta finale. Ma in fondo ha riguardato un po’ tutta l’Italia, dalle Alpi al Tavoliere.

Ormai è una tradizione piuttosto in disuso, in quanto c’è stata una drastica riduzione degli allevatori a causa dei tanti cambiamenti a cui è andato incontro il mondo agricolo. Diciamo che è stata praticata più o meno fino agli anni ’50 del secolo scorso. Molto spesso, se vi sono spostamenti, questi vengono effettuati con mezzi a motore appositamente predisposti per la necessità. L’UNESCO ha comunque ravvisato e riconosciuto il grande valore di questa pratica millenaria che ha portato con sé una gran quantità di altre attività. La transumanza, infatti, ha favorito le relazioni tra le comunità, dando origine anche a feste o a pratiche sociali distribuite durante le stagioni interessate. I ‘tratturi’ sono le strade immerse nel verde che consentivano questi spostamenti di massa ed alcuni sono sopravvissuti fino ad oggi, anche se nella maggior parte dei casi sono utilizzati come percorsi di trekking. Pertanto è di moda, attualmente, ripercorrere i sentieri di questo tipo che siano ancora utilizzabili. Sono bellissimi dal punto di vista paesaggistico e naturalistico e consentono davvero di fare un’esperienza indimenticabile, attraversando paesi e borghi dove sostare ed accostarsi alle abitudini e tradizioni del luogo. E’ un’indubbia risorsa ed un potenziale veicolo di sviluppo economico, produttivo e turistico. Ed è per questo che il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, riunitosi in Colombia, a Bogotà, ha approvato all’unanimità l’iscrizione della pratica della Transumanza nella lista dei Patrimoni Culturali dell’Umanità. In tal modo, equamente divisi tra beni materiali ed immateriali, questo è diventato il dodicesimo riconoscimento per la Campania, facendola balzare al primo posto in Italia.

Quelli materiali sono: il Centro storico di Napoli, il Palazzo Reale di Caserta con il Complesso di San Leucio, la Costiera amalfitana, il Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, il Complesso monumentale di Santa Sofia a Benevento, l’Area archeologica di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata. Quelli immateriali, invece, sono: la Dieta mediterranea, l’Arte dei Pizzaioli napoletani, i Gigli di Nola, l’Arte dei muretti a secco, la Cerca e la cavatura del tartufo, ed ora la Transumanza. La candidatura era stata avanzata nel 2017 dall’Italia – come capofila – dall’Austria e dalla Grecia, con un dossier elaborato da un gruppo di esperti guidati dal Prof. Pier Luigi Petrillo. Anche la nostra Irpinia è interessata dal fenomeno, e in provincia abbiamo il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela. Le tappe si trovano tra Casalbore, Montecalvo, Ariano Irpino, Grottaminarda, Villanova del Battista e Zungoli, arrivando poi nella provincia di Foggia. Ma altre vie della transumanza passano anche per Nusco, Montella, Greci, Volturara e per Lacedonia, da cui passa un antico tratturo utilizzato ancora oggi per il bestiame. Non trascurando la Valle d’Ansanto dove le acque sulfuree della Mefite servivano per curare gli animali dalla scabbia.

E così, a Villanova del Battista dal 2019 è stato istituito addirittura un Museo Multimediale della Transumanza. E’ molto interessante e ripercorre tutta la storia di questa antica pratica che tanta importanza ha rivestito per le nostre zone. L’allestimento di una mostra permanente sull’argomento, consente al paese di essere inserito in un circuito di grande rilevanza culturale.
Molto interessante è anche un documentario dedicato alla transumanza. Si Tratta di ‘Sulla via dei padri’ del regista Bruno Palma, del 2022. Il regista romano, ma di famiglia originaria di Bisaccia, conservava questi ricordi vissuti da bambino, avendoli visti con i suoi stessi occhi, e così ha voluto realizzare un documentario. Si narra del viaggio di una famiglia di allevatori di Montella realmente esistente, i Moscariello, che parte dall’Altopiano di Verteglia ed arriva fino ai pascoli pugliesi con la propria mandria. Con le loro 250 vacche attraversano paesi come Rocchetta Sant’Antonio, Guardia dei Lombardi, Bisaccia, Lacedonia, percorrendo i centotrenta chilometri che separano le due località, lungo un tragitto millenario. Il lavoro riesce ad esprimere bene la forza dei legami familiari ma anche quelli con la storia e le tradizioni degli antenati.
Dunque una pratica rara quella della Transumanza, che tuttavia andrebbe recuperata anche semplicemente come passeggiata. Si auspica che gli Enti preposti ed i Comuni interessati possano riscoprire e valorizzare queste strade con progetti validi di recupero naturalistico e paesaggistico, incrementando il turismo. Anche l’aspetto enogastronomico non sarebbe da sottovalutare, con formaggi e latticini, olio, vino e salumi di cui è ricca la nostra terra. Qualcosa sembra si stia muovendo e ne abbiamo parlato nella nuova rubrica inserita nel numero scorso ed intitolata “Cammini d’Irpinia”. Irpinia, avanti così, con un turismo di qualità diverso dal solito.

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