sabato,27 Luglio 2024

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Due vite di Emanuele Trevi

Anche quest’anno è giunta al termine con la proclamazione del vincitore a Roma, nello scenario del Ninfeo di Villa Giulia, la 75 esima edizione del premio letterario tra i più importanti a livello nazionale: il Premio Strega.

In questa edizione 2021 finalmente tre donne sono arrivate in finale, sulla scorta delle polemiche dello scorso anno (qualcuno ricorderà lo scambio di battute sulla questione #metoo tra Valeria Parrella, unica finalista donna, e Corrado Augias).

Doveva essere, quindi, l’anno delle donne – o almeno così si pensava – quando sono stati individuati i cinque finalisti.

Invece, ad avere la meglio al Premio Strega 2021 è stato Emanuele Trevi con il romanzo Due vite, pubblicato dalla casa editrice indipendente Neri Pozza, che racconta la vita di due suoi cari amici, Pia e Rocco, entrambi scrittori, legati a Trevi da un profondo affetto: entrambi morti prematuramente, ma ancora fortemente vivi nella sua memoria.

Una storia sentimentale e struggente, che offre un interessante spaccato dell’Italia intellettuale degli anni 80 e 90.

A seguire Donatella di Pietrantonio con Borgo sud, romanzo che conferma il grande talento dell’autrice, conosciuta per aver scritto l’Arminuta;

Edith Bruck con lo struggente memoriale Il pane perduto, racconto autobiografico della sua vita dopo l’esperienza dei campi di concentramento, vincitrice del Premio Strega Giovani;

la giovanissima Giulia Caminito con L’acqua del lago non è mai dolce, raccontato con una voce intensa e potente;

infine Andrea Bajani con Il libro delle case, sicuramente il romanzo più sperimentale della cinquina.

In generale, quest’anno il Premio Strega risulta essere specchio della nostra letteratura: legami familiari e interpersonali, la valenza delle radici e delle origini, l’autobiografia, l’idea della casa, sono gli argomenti vincenti, anche e soprattutto dopo il difficile periodo – purtroppo non ancora concluso – della pandemia.

Sono storie domestiche, dal sapore familiare e intimo, in cui la casa, abitata, distrutta, perduta, posseduta, diventa protagonista e, nell’anno del confinamento tra le mura domestiche, non è certo una coincidenza; rispetto allo scorso anno, dove la vittoria di Sandro Veronesi con Il colibrì era praticamente certa fin dall’inizio.

L’edizione di quest’anno è stata caratterizzata dall’imprevedibilità, specie con l’esclusione dalla cinquina di Teresa Ciabatti, considerata da molti la favorita alla vittoria di quest’anno.

Come sempre accade, il Premio Strega stupisce, fa discutere, ma soprattutto ci unisce nel nome della buona letteratura.

Settantacinque anni fa Maria Bellonci, Guido Alberti e tanti altri intellettuali e artisti decisero di far nascere il premio Strega in un clima di rinascita, che deve animare anche noi in questa fase, il desiderio di far riprendere il Paese cominciando, perché no, dalla cultura e dalla letteratura.

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