Alfredo Covelli nacque a Bonito il 22 febbraio 1914 da Fortunato e Tommasina Attanasio. Compiuti studi classici, conseguì ben tre lauree presso le Università di Napoli e Bari, in Lettere e Filosofia, in Giurisprudenza e in Scienze Politiche. Pur risultando vincitore di un concorso per l’insegnamento di Lingua e Letteratura italiana negli Istituti Superiori di Berlino, vi rinunciò per restare in Italia, andando ad insegnare latino e greco presso il liceo classico Giannone di Benevento.
Nel capoluogo sannita fu anche Ispettore dell’Opera nazionale Balilla. Ma venti di guerra interruppero la passione per l’insegnamento, poiché fu chiamato – in occasione della seconda guerra mondiale che gli porterà anche una decorazione al valore – come ufficiale dell’Aeronautica, prima a Tirana e poi a Bari. E si trovò proprio in Puglia quando il re arrivò a Brindisi. Come aiutante del generale di Squadra Aerea Ferruccio Ranza, ebbe l’opportunità di essere presentato a Vittorio Emanuele III, con il quale ebbe un breve colloquio, e dalla cui personalità rimase colpito, venendone rafforzate così le sue convinzioni monarchiche che diverranno una vera e propria fede. Nel 1945 sposò Elvira Riola, figlia di un noto avvocato di San Giorgio del Sannio e nipote – da parte di madre – di Arturo Bocchini, potente Capo della Polizia. Donna Elvira gli dette cinque figli: Fortunato, Vincenzo, Marcello, Maria Rosaria e Giampiero.
Con il referendum del 2 giugno 1946 che decretò la sconfitta della monarchia, Covelli fu l’unico irpino nel contempo eletto all’Assemblea Costituente, che aveva il compito di approvare la Costituzione italiana. Egli così entrò in Parlamento, dove resterà per sette legislature consecutive – oltre alle due nel Parlamento Europeo. Fondatore nel luglio dello stesso anno, del Partito Nazionale Monarchico (PNM), con il simbolo ‘Stella e Corona’, ne fu il segretario nazionale portando il partito, nelle elezioni del 1953, ad ottenere ben quaranta deputati e sedici senatori. Volle così essere vicino a quella parte della popolazione rimasta legata ai valori e alle istituzioni della monarchia costituzionale. Egli stesso ebbe una devozione personale verso Casa Savoia e verso Vittorio Emanuele III, mantenendo uno stretto rapporto anche con Umberto II che più volte lo ricevette nel suo esilio portoghese.
Nell’anno successivo ci fu la spaccatura determinata dal noto armatore napoletano Achille Lauro che volle allontanarsi per fondare un altro partito, il Partito Monarchico Popolare (PMP). Ma nonostante un riavvicinamento tra i due leader nel 1959, con la fondazione di un altro partito, il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica (PDIUM), i consensi iniziarono a diminuire a causa dell’affacciarsi sulla scena politica dei primi governi di centro-sinistra. Il quel periodo Covelli ebbe il tempo anche di dedicarsi al giornalismo e fu Direttore del ‘Corriere della Nazione’.
Negli anni ’70 partecipò alla formazione del Movimento Sociale Italiano Destra Nazionale (MSI-DN), di cui divenne presidente negli anni 1973-76. Per dissensi col segretario Giorgio Almirante, si dimise nel 1976 dando vita al gruppo parlamentare di Democrazia Nazionale di cui sarà, anche in questo caso, presidente. Ma la nuova esperienza durò solo un paio d’anni. L’onorevole Covelli, alla fine degli anni ’70, decise di abbandonare la politica, dando comunque un valido contributo alla creazione di un’unità europea, come deputato al Parlamento Europeo, in cui fu presente, come già detto, per due legislature.
Passato alla storia per la sua eloquenza e fine oratoria – e ricordato da tutti i bonitesi semplicemente come “l’Onorevole” – ha lasciato un ricordo ancora vivo dei suoi discorsi tenuti sui balconi dei paesi irpini e sanniti, dove spesso era solito iniziare con la frase: “l’ora è tarda ed io ho appena un fil di voce”, strappando subito un caloroso applauso alla platea. Per la sua correttezza, educazione e cultura fu stimato da tutti, compresi gli avversari e quelli che comunque non condividevano i suoi ideali. Nel 1988, mantenuti saldi i rapporti con la ex Casa regnante, fu nominato dal Capo di Casa Savoia presidente onorario della Consulta dei Senatori del Regno. Fu anche componente della Commissione Italiana per la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE).
Persa la sua adorata compagna di vita nel febbraio 1998, il suo stato di salute iniziò un lento ma inesorabile declino, spegnendosi a Roma il 25 dicembre dello stesso anno. Legatissimo al suo paese natio, fu sepolto a Bonito nella cappella di famiglia.
Dalla sua scomparsa, molteplici sono state le manifestazioni e le iniziative intraprese per rendergli onore. Nel suo paese natale l’amministrazione comunale gli dedicò una targa, il 27 agosto 1999, posizionata nella piazza Indipendenza, alle spalle della sua casa.
Nel 2005 il Comune di Roma, per mezzo della Commissione onomastica, intitolò ad Alfredo Covelli una strada nella zona del Gianicolo, seguito dal Comune di Avellino che fece altrettanto. La famiglia, invece, a dieci anni dalla scomparsa, per onorare la sua memoria, volle donare le carte del suo prezioso archivio politico privato all’Archivio storico della Camera dei Deputati, durante una commovente e sentita manifestazione. Questa importante donazione ha permesso la pubblicazione nel 2009, di un prezioso volume, a cura della stessa Camera dei Deputati. Il tomo contiene prevalentemente discorsi elettorali, interventi congressuali o televisivi trascritti direttamente dagli originali, inseriti in ordine cronologico. Ciò ha consentito di fornire un quadro abbastanza completo dei momenti più significativi della vita politica dell’Onorevole Covelli.
La pubblicazione fu presentata anche a Bonito il 24 giugno 2011 presso la casa di famiglia, riscuotendo un notevole afflusso di pubblico esterno e di bonitesi da sempre legati alla figura de ‘l’Onorevole’. Alfredo Covelli resta un protagonista di primo piano della storia politico-parlamentare dell’Italia repubblicana, dall’Assemblea Costituente ai giorni nostri, e può essere ricordato certamente come un uomo di sicura fede democratica, di grande onestà e di coerenza, tutte qualità di cui al giorno d’oggi vi sarebbe davvero bisogno.

