VIENE DEFINITO UN SITO CULTURALE “AUTISM FRIENDLY” – AMICO DELL’AUTISMO -, UN SITO CHE VA OLTRE OGNI TIPO DI BARRIERA, DOVE L’INCLUSIONE È LA PAROLA CHIAVE PER ACCEDERE ALLA BELLEZZA.
È il Parco archeologico di Paestum e Velia che, grazie al percorso “Un tuffo nel blu”, ha consentito finora a bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico o con disabilità cognitiva di vivere, unitamente ai loro familiari e compagni di classe, una speciale esperienza didattico-educativa e di reale socializzazione.
Il progetto è nato nel 2018, ideato e realizzato dall’associazione Cilento4all-Il Tulipano in collaborazione con il Parco e con il Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università Parthenope di Napoli.
Dopo lo stop dovuto alle misure restrittive attivate per contrastare la diffusione del Covid-19, le speciali visite didattiche sono ripartite con lo stesso entusiasmo che hanno animato il loro esordio. «Con questo percorso, che è una vera esperienza di socializzazione, cerchiamo di tenere alta l’attenzione e la motivazione del bambino – spiega il presidente dell’associazione campana Cilento4all Giovanni Minucci -. Tutto avviene con un’agenda visiva dove è ripetuta ogni singola opera e con un percorso socio-educativo strutturato ed evidenziato con numeri e colori. Attraverso l’attivazione dello storytelling il bambino viene coinvolto in una sorta di entusiasmante caccia al tesoro». «Il percorso permette di fruire del museo come ambiente di apprendimento e di benessere in modo personalizzato e individualizzato. È in corso anche una sperimentazione di nuovi percorsi inclusivi di fruizione e di attività laboratoriali attraverso l’uso delle tecnologie digitali» aggiunge.
Per accedere alle visite è necessaria la prenotazione attraverso il numero +393426327019 oppure l’email tulipanoart@iltulipanocoop.org
Si compila una scheda con l’analisi dei bisogni e i prerequisiti di funzionamento. In base a questi dati, lo staff predispone i gruppi per l’avvio della visita.
Il percorso didattico, della durata di 60 minuti, si realizza per gruppi nel Museo presso la sala della “Tomba del Tuffatore” e presso l’area archeologica “Parco dei piccoli”.
Con un “Tuffo nel blu”, l’arte e l’archeologia intendono diventare uno strumento di emersione delle diverse intelligenze e potenzialità della persona. Andando incontro a ogni singola esigenza, il Museo e l’area dei Templi si configurano come luoghi di aggregazione e inclusione dove vivere un’esperienza positiva, ricca di suggestioni.
Non è un caso che il progetto abbia come sua immagine simbolo quella del celeberrimo Tuffatore dipinto sulla lastra di copertura di una tomba. Realizzata da Antonella Ricciardi, referente dei laboratori creativi per Cilento4all, l’immagine dell’iniziativa raffigura un giovane che si tuffa nella mente di un ragazzo.
Il colore predominante è il blu, colore simbolo dell’autismo. Con questo tuffo imaginifico si evoca anche l’immersione in un contesto provocatore di stimoli, di sensazioni, di riflessioni.
La mente è quella di un bambino o di un ragazzo autistico ma è anche lo spazio simbolico di ognuno di noi alle prese con una fruizione ordinaria e accessibile – per tutti – di un’area archeologica densa di reperti e di emozioni. Che Paestum sia per tutti lo dimostra anche la cosiddetta “Basilica” (Tempio di Era), ossia il tempio più antico dei tre monumenti dorici presenti nell’area, il primo tempio greco senza barriere architettoniche, e il percorso tattile per persone ipovedenti e non vedenti con modellini 3D, riproduzioni di oggetti (tra cui un capitello e una metopa in grandezza naturale), tavole tattile, didascalie in Braille. Il digitale e le app sono la prossima frontiera, qui e in altre realtà museali della Campania, dove diversi sono i percorsi simili attivati, come quello presso il Museo e Parco di Capodimonte con laboratori di botanica e attività sportive.
Grazie alla collaborazione tra mondo universitario, dell’educazione e dell’arte, si assiste oggi a un incremento degli spazi museali e delle aree archeologiche che prevedono percorsi di fruizione aperti a tutti, con interventi progettati per il superamento sia delle barriere architettoniche, sensoriali e della comunicazione, sia di quelle derivanti da ogni altra forma di svantaggio culturale.
Dopo il periodo dell’emergenza sanitaria, questi luoghi dell’arte e della cultura iniziano così a riaprire finalmente le loro porte, permettendo ai loro speciali fruitori di vivere una vera esperienza inclusiva e di tornare – come tutti, d’altronde – a fare delle vere e salutari immersioni – o “scorpacciate” che dir si voglia – di bellezza.