Esiste una fede profonda e irrazionale, innata e viscerale. Ed è la fede calcistica. L’amore per la propria squadra è forse illogico ma ad ogni partita smuove gli animi, macina chilometri, tiene con il fiato sospeso. La gioia per un gol segnato, l’esultanza, ma anche la rabbia, la delusione. Tutto si mescola e si alterna in quei 90 minuti, preziosi fino all’ultimo.
Quest’anno l’Irpinia, e in primis la città di Avellino, ha potuto festeggiare il passaggio della squadra in serie B. La promozione è arrivata a sette anni dalla retrocessione, dopo l’esclusione del club dalla Serie B, a causa di alcuni problemi finanziari e amministrativi, e la ripartenza obbligata dalla Serie D.
Onore e merito al mister Raffaele Biancolino, subentrato a campionato già iniziato, al quale era stato assegnato il non facile compito di risollevare la squadra che non aveva brillato durante le prime partite. Oltre alle qualità tecniche e calcistiche che ha saputo tirar fuori dai suoi ragazzi, gli va riconosciuta la capacità di aver creato lo spirito di squadra, quel senso di unione che ha reso il sogno possibile.

Merito anche dei tifosi che non hanno mai smesso di incoraggiare e sostenere i biancoverdi. Se c’è un elemento che caratterizza la tifoseria del Lupo è la sua tenacia, anche quando il gioco di fa duro e tutto sembra perduto. La resilienza del popolo irpino è nota e nel calcio non è da meno. Ad ogni partita non è mai mancato il sostegno di chi c’è stato e ci sarà sempre, ognuno stretto alla propria sciarpa, alla propria bandiera da agitare al ritmo di un unico coro: “L’Avellino vuole vincere”.
Ed è ai tifosi che il mister ha dedicato questo traguardo: “È una vittoria importantissima per una piazza che ha sofferto tanto, questa serie B pesa tanto soprattutto dopo la rabbia e le sofferenze. Ci ho sempre creduto dal primo giorno per riportare in alto il nome di questa città”, ha dichiarato.
Soddisfazione anche per il presidente Angelo Antonio D’Agostino che non ha nascosto l’emozione. “Ce l’abbiamo fatta. Sono molto contento, per me, per la società, per lo staff tecnico, per i calciatori per tutti. Lo merita la piazza, lo merita la tifoseria”.
Ora, si apre un nuovo capitolo, tutto da scrivere. L’augurio è quello di replicare il successo di questa stagione, l’auspicio è di poterlo fare al Partenio. La città è in attesa, infatti, di sapere se ci saranno i giusti adeguamenti dello stadio per la serie B. Ciò che è certo è l’amore immutato e il sostegno incondizionato dei tifosi: “Amarti ancora, non ci ferma niente. Oggi come allora, perdutamente”.

