Di Veronica di Furia Ad un'ora da qui, Lifestyle ad un'ora da qui, portici, vocazione territoriale, xd magazine 19 aprile 2018 Una vera e propria culla di tesori, a pochi chilometri da Napoli, in quel tratto di strada chiamato “il miglio d’oro” visto il numero di ville ed edifici del Settecento. Parliamo del Real Sito di Portici, una delle residenze estive reali più apprezzate in Europa. La sua costruzione fu voluta da Carlo di Borbone e dalla moglie Amalia di Sassonia, rimasti affascinata dai paesaggi del territorio con il Vesuvio alle spalle, un ampio bosco per cacciare e la vista del mare dalla parte opposta. I lavori iniziarono nel 1738 e coinvolsero ingegneri, architetti, decoratori. Collaborarono alla sua realizzazione Giovanni Antonio Medrano, Antonio Canevari, Luigi Vanvitelli Ferdinando Fuga. Alle decorazioni interne lavorarono Giuseppe Canart, Giuseppe Bonito e Vincenzo Re. Francesco Geri, invece, curò il parco e i giardini che ancora oggi costituiscono una parte importante del fascino del complesso reale. In uno dei giardini, inoltre, è situato un interessante modello di orologio solare. Alcune stanze della reggia ospitavano reperti provenienti dalle città sepolte di Ercolano e Pompei. Ciò contribuì a creare una preziosa collezione che portò in seguito alla nascita dell’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e divenuto di lì a poco meta privilegiata del “Grand Tour”. Il museo, infatti, rappresentava un esempio unico nel suo genere per la quantità e la qualità dei reperti raccolti, per i laboratori sperimentali e le attività di studio e di restauro che svolgeva. Nel 2006 si è deciso di dare al museo l’immagine originaria grazie all’utilizzo di moderne tecnologie multimediali ricreando così quel clima culturale nel quale era nato. Oggi, l’Herculanense Museum insieme all’Orto Botanico fa parte del MUSA, un complesso museale nato nel 2011 con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale, architettonico e storico-artistico del sito di Portici. L’Orto Botanico è stato riaperto da poco ma fa parte del progetto iniziale della reggia, voluto da Carlo Borbone. Conserva alcuni elementi originari come i cassoni per le piante, le muri di cinta, i busti marmorei, le fontane, le aiuole specializzate e le vasche con piante acquatiche. L’Orto comprende circa 4000 specie botaniche provenienti dal tutto il mondo. Spiccano il giardino delle felci, uno degli angoli più suggestivi, e la serra delle “succulente” in cui si coltivano oltre 400 specie provenienti da deserti africani e americani. Al MUSA, inoltre, appartengono i Musei delle Scienze Agrarie nonché uno dei Centri museali dell’Ateneo Federico II di Napoli. Una parte del complesso, infatti, dal 1935 è anche sede della Facoltà di Agraria della Università di Napoli Federico II. Degna di nota anche la collezione di strumentazioni scientifiche comprendente la collezione di chimica agraria, che conserva materiale risalente alla fondazione della cattedra e del laboratorio di Chimica Agraria; la collezione di botanica formata da apparecchiature per la preparazione e l’osservazione al microscopio del materiale biologico; la collezione di topografia che custodisce una splendida raccolta di strumenti topografici costruiti tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il Real Sito di Portici, dunque, è un vero e proprio patrimonio archeologico, storico artistico e scientifico che deve essere valorizzato al meglio per ridare finalmente la giusta attenzione a tesori troppo a lungo dimenticati. Photo Credits: Centro MUSa Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Veronica di Furia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Carnevale, la sfilat... Articolo Successivo Cantine Orneta, dove...