Di Loredana Zarrella Cultura, Spettacolo 13 ottobre 2020 Il set tra Mercogliano e Volturara Irpina. Spettacolari discese lungo pareti a strapiombo, conflitti a fuoco, inseguimenti tra la funicolare in movimento e le stradine dei borghi. Si vedrà questo ed altro nella serie tv “Surivanorok” firmata dal regista Modestino Di Nenna e di cui sono state girate le prime due puntate, tra Volturara Irpina e Mercogliano. Set tutto irpino, dunque, per la serie tv – 8 puntate complessive – nata durante il lockdown e ispirata alla pandemia scatenata dal covid-19: «L’idea è venuta fuori in occasione delle video-conferenze avute con i miei collaboratori durante il periodo di lockdown che ha fatto inevitabilmente saltare alcuni altri progetti» spiega il regista Di Nenna, nato ad Avellino ma originario di Torella dei Lombardi, noto per aver affrontato il tema della disabilità con sensibilità e spirito di inclusione in film come “Sotto il segno della vittoria”, “Tutto può accadere nel villaggio dei miracoli” e un “Viaggio serio…ma non troppo” che ha scritto, sceneggiato e diretto, coinvolgendo attori noti del grande schermo e ragazzi diversamente abili. Questa volta il regista ha scelto, invece, di cimentarsi con il thriller d’azione e di portare le scene ad alta tensione nei meravigliosi e suggestivi scenari irpini. Sul set della serie made in Irpinia, prodotta da Nadyr srl in collaborazione con Armarano Technology di Armando Marano, dVisuel di Daniel Di Meo e lo stesso Di Nenna, figurano importanti nomi del cinema e dello spettacolo italiano come Stefano Masciarelli, Antonio Fiorillo e Corrado Oddi, l’attore che tra le più riuscite interpretazioni vanta quella del Giudice Giovanni Falcone nel docufilm di Rai Cinema. «Gireremo le altre sei puntate tra settembre e ottobre. Nel frattempo abbiamo avviato i contatti con il commerciale di Netflix, Amazon e Rai Cinema» spiega il regista. Il network che diffonderà la serie tv “Surivanorok” offrirà ai propri consumatori un prodotto di certo originale e avvincente. «Il messaggio della serie è semplice: è sufficiente una banale disattenzione per distruggere la vita sulla terra» aggiunge il regista. “Surivanorok” è infatti il nome di un virus, simile al Covid ma più letale. «Nelle puntate due agenti dei servizi segreti dell’intelligence americana e russa cercano di stanare uno scienziato della microbiologia che cerca di vendere questo virus a una cellula terroristica» anticipa Modestino Di Nenna. La trama intera è già stata diffusa. La alleghiamo in calce al servizio. Il progetto è stato ben accolto dai sindaci di Mercogliano Vittorio D’Alessio e da quello di Volturara Marino Sarno che hanno dato un contributo in termini di ospitalità. Scene di pura azione sono previste nelle due location. A Volturara, lungo la strada ferrata, vedremo il noto attore abruzzese Corrado Oddi scendere la rupe a strapiombo. Vedremo, poi, le grotte carsiche della bocca del Dragone, sempre a Volturara. A Mercogliano si è deciso di girare sul piazzale antistante il santuario di Montevergine mentre la funicolare è stata scelta per la scena di pedinamento con i vagoni in movimento. In entrambe le cittadine anche riprese in strada e ambienti chiusi. L’Irpinia, dopo il lockdown, riprende così a vivere anche attraverso il cinema, settore in crisi insieme a tanti altri. Terra di grandi registi, come Sergio Leone e Ettore Scola, ci ricorda che alla settima arte ha tanto da dare, come i suoi scenari mozzafiato e la generosa ospitalità. Ma questa è tutta un’altra storia. Per ora prepariamo a gustarci la serie tv ad alta tensione “Surivanorok”, figlia del lockdown. TRAMA // Carlo Insolfi è uno scienziato di microbiologia. Ha trascorso diversi anni della sua vita nei laboratori di ricerca scientifica per contrastare la diffusione dei virus. Dopo aver scoperto che il suo collega Aaron Cohen, prende soldi da alcune cellule terroristiche in cambio di informazioni sugli agenti patogeni realizzati in laboratorio, lo denuncia facendolo arrestare. Insolfi dopo quello spiacevole episodio decide di abbandonare le sue ricerche scientifiche. Si trasferisce con la moglie e i suoi due figli in Italia dove diventa primario del reparto di epidemiologia all’ospedale del suo paese d’origine. Lo scienziato non fa neanche in tempo ad ambientarsi che si scatena la pandemia causata dal Covid19 e uno dei paesi più colpiti è proprio l’Italia. Insolfi mette in atto la sua lunga esperienza sui virus e salva molte vite umane. Ad aiutarlo nell’impresa il capo reparto Ugo Di Benedetti. Anche la moglie di Carlo Insolfi è una virologa, ma da tempo lotta contro un cancro, quindi cerca di dare il suo contributo scientifico per combattere il coronavirus lavorando da casa. Mentre il mondo intero fa i conti con la pandemia, Aaron Cohen riesce a fuggire dalla prigionia grazie all’aiuto di alcuni terroristi e inizia a lavorare ad un nuovo agente patogeno molto più letale del Covid-19. Il virus gli è stato commissionato dal nucleo terroristico che lo ha aiutato ad evadere. Cohen cerca la sua vendetta e dalla Somalia, dove si è rifugiato sotto falso nome, rientra in Italia. L’idea degli estremisti è quella di diffondere l’agente patogeno creato dallo scienziato provocando milioni di vittime. Ma non sarà semplice per i malviventi portare a termine i loro piani, perché ad ostacolarli ci sono due tra i migliori uomini dell’intelligence americana, affiancati da un affascinante agente dei Servizi Segreti Russi. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Loredana Zarrella Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente “IRPINIA, ALLE RADIC... Articolo Successivo Emergenza sanitaria:...