Di Loredana Zarrella Cultura, Libri Carlo Gesualdo, cultura, giuseppina finno, libri, xd magazine 4 dicembre 2017 Incontri inattesi e preziosi, che valicano i confini dello spazio e del tempo, possono cambiare la storia, arricchirla di sfumature suggestive e note musicali di eccezionale originalità. Accade con i contatti tra gli artisti, tra i musicisti e i letterati, i cultori, in genere, della bellezza. Tra questi è certo da annoverare quello tra Carlo Gesualdo (1566-1613), principe madrigalista dagli slanci stilistici innovativi per il suo tempo, e Igor Stravinsky (1882-1971), uno dei compositori più autorevoli e apprezzati del Novecento. Il loro “incontro” attraverso i secoli ha regalato ai posteri tracce di inedita meraviglia. In che modo il musicista russo si appassionò alla musica di Gesualdo? Quali i retroscena? Risponde con precisione a queste domande Giuseppina Finno nel suo libro “Stravinsky & Gesualdo”, edito da La Stamperia del Principe. È un volume che mancava tra quelli dedicati al rivoluzionario musicista del Seicento, noto, fino a qualche tempo fa, solo per le vicissitudini legate all’assassinio della moglie, Maria D’Avalos, e del suo amante Fabrizio Carafa, la notte del 16 ottobre 1590 nel palazzo Sansevero a Napoli. Dopotutto, come ricorda Giuseppina Finno, docente di Lingue e letterature straniere, nonché cultrice di storia gesualdiana, fu proprio Stravinsky a contribuire alla riscoperta e alla fortuna di Carlo Gesualdo in quanto geniale compositore. Se si deve a Glenn Watkins il primo meritato approfondimento del madrigalista e compositore di opere sacre attivo tra Rinascimento e incipiente Barocco, fu dopo Stravinsky che iniziò la vera rinascita di interesse verso Gesualdo, con il suo studio da parte di altri illustri personaggi del mondo della cultura, dalla musica alla letteratura. Prezioso fu lo stesso incontro del compositore russo con Watkins, professore emerito di Storia della musica e Musicologia presso l’Università del Michigan, autore di “The Man and his music” (London, 1973), con la prefazione di Igor Stravinsky. Era il 1960 quando i due si conobbero, proprio nell’anno del “Monumentum pro Gesualdo ad CD annum”, il progetto di “traduzioni strumentali” dei madrigali del Principe di Venosa messo a punto nel lavoro stravinskiano. Poco importa se allora l’omaggio al grande visionario madrigalista fu scritto per celebrare, erroneamente, i 400 anni dalla sua nascita. Come fa notare Glenn Watkins nella prefatio del libro di Annibale Cogliano “Gesualdo da Venosa. Per una biografia”, «a quel tempo nessuno sapeva quale fosse l’anno giusto: solo in seguito si è accertato che Gesualdo fosse nato nel 1566». «L’intera rinascita di interesse per Gesualdo – scrive Watkins, che nel novembre del 2013 tornò nella cittadina del Principe in occasione del IV centenario della morte – è iniziata grazie a Igor Stravinsky (con l’assistenza di Robert Craft) e io fui pienamente coinvolto in quella riscoperta pionieristica agli inizi della mia carriera». Gesualdo, cittadina immersa nel verde dell’Irpinia, fu visitata per ben due volte, nel luglio del 1956 e nell’ottobre del 1959, dal musicista russo naturalizzato francese e, poi, statunitense, noto per aver rivoluzionato il balletto moderno. Ce lo racconta, sempre con dovizia di particolari, Giuseppina Finno, in questo libro che suggella la sua curiosità in merito alla venuta di Igor Stravinsky a Gesualdo, grande ammiratore del genio di Carlo. «La decisione di pubblicare il mio lavoro – racconta Giuseppina Finno nelle note di ringraziamento – è maturata lo scorso anno, quando ho avuto la fortuna e la gioia di conoscere Marie Stravinsky, nipote del grande Maestro Russo, la quale è stata ospite a Gesualdo…La magica cornice del cortile del castello ha visto protagonista Stravinsky, grande pietra miliare delle avanguardie europee, cui è stata dedicata una giornata. Carlo Gesualdo e Igor Stravinsky, due geni della musica internazionale, anche se appartenenti a secoli ed epoche diverse, si sono incontrati nuovamente, grazie ad un progetto che visto l’Istituto di Studi Gesualdiani e il Comune di Gesualdo, in stretta collaborazione, nel promuovere l’evento». Alla presenza di Marie Stravinsky, i “Musica Ficta” di Copenaghen, diretti dal Maestro Bo Holten, eseguirono il concerto in anteprima mondiale “Madrigals in Gesualdo’s Castle”. Tornando all’incontro inatteso e speciale avvenuto attraverso i secoli, quali emozioni avvertì Stravinsky in occasione del suo viaggio a Gesualdo? Troppe, evidentemente, le aspettative di fronte a quel castello che si mostrò in stato di abbandono e a una comunità ignara dell’esistenza del Principe, disinteressata alla storia che lo rese protagonista. La delusione non smorzò, tuttavia, l’entusiasmo verso quel personaggio che definì “tanto grande, quanto inquietante”, “un visionario senza eguali”. Che impressione ebbe poi il Maestro russo alla vista della cosiddetta Pala del Perdono commissionata dal Principe a Giovanni Balducci nel 1609 e conservata nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie? Quali le sensazioni vicino alla tomba del compositore a Napoli? Al lettore la scoperta di questi ed altri passaggi, ben messi in evidenza nel libro che, più che essere un saggio divulgativo, è un vero e proprio viaggio gesualdiano insieme a Stravinsky. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Loredana Zarrella Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Divorzio: cambiano i... Articolo Successivo Poesia e cultura si ...