Di Donatella De Bartolomeis Cultura, Libri cultura, libri, vocazione territoriale, xd magazine 20 ottobre 2017 Dal 26 al 29 ottobre, al Teatro Arcobaleno (Centro Stabile del Classico) di Roma, andrà in scena la versione teatrale de la Sonata A Kreutzer di Leone Tolstoj, curata da Alvaro Piccardi e pubblicata dalla casa editrice il Papavero. La sonata a Kreutzer, che vide la luce nel 1889, è certamente la più sofferta e drammatica di tutte le opere di Tolstoj dopo la svolta spirituale del 1880. Molto probabilmente in quest’opera ci sono forti elementi autobiografici: si racconta che la moglie del grande scrittore, in quegli anni, effettivamente si invaghì di un musicista che frequentava la sua casa. Il punto di forza del romanzo però non è nel gossip che può scatenare, ma la sua grandezza è nell’avere dato vita a un personaggio, a una storia che diventa proiezione potente del tumulto del suo animo e dei suoi sentimenti. Il protagonista è abilmente interpretato da Alvaro Piccardi, che dichiara “Non mi sono posto nemmeno il problema di quale versione fare, il lavoro concreto di palcoscenico mi ha portato poco per volta a produrre una mia versione del testo, che è nata come una necessità della scena e delle sue esigenze. Mi sono tenuto il più possibile fedele alle parole di Tostoj e ho cercato di farmi sopraffare dalla sua modernità. Volevo evitare qualsiasi tentazione verso un compiacimento letterario che mi sembrava completamente estraneo alla brutalità sobria del suo linguaggio.” È la storia di un uomo che ha ucciso la moglie. Quanto mai attuale, oserei dire. Viene processato e assolto. La legge dell’epoca riconosce ampie attenuanti per il delitto di gelosia. Ora è libero. Racconta la sua storia, l’incontro con la moglie, il matrimonio, le ragioni, le sue ragioni del delitto. È destinato a raccontare, a rivivere. Ripercorre il tragitto: le sue idee sul matrimonio, sulla sessualità, sull’amore, la necessità di una delirante teoria della castità come unica possibilità di uscire dal conflitto fra i sessi, a costo dell’estinzione del genere umano. I motivi che lo hanno portato all’omicidio: la nausea del matrimonio, la gelosia nei confronti della moglie, il rapporto di lei con un musicista, la sua infatuazione, l’ebbrezza di lei nel suonare La sonata a Kreuzer con il presunto amante, l’odio del protagonista nei confronti della musica, sollievo per l’anima ma anche elemento di corruzione dell’anima stessa. La storia di un’ossessione, l’ossessione della donna, l’incapacità di riconoscerla come essere umano, ma solo come oggetto di desiderio. Solo dopo l’omicidio il protagonista ammette “Guardai il viso di lei, livido e gonfio, e per la prima volta mi dimenticai di me, dei miei diritti, del mio orgoglio, e per la prima volta vidi in lei una creatura umana.” Solo dopo averle dato la morte appunto. Uno spettacolo forte, violento, emotivo. Il viaggio di un attore nella zona di confine fra realtà e allucinazione, fra l’esplosione dei sentimenti e il freddo e delirante argomentare, una ricerca delle vibrazioni più intime e interiori dell’animo umano al sevizio delle necessità del personaggio e di un grande testo di un grande autore del passato: un romanzo ancora oggi vivo e palpitante in grado di illuminare in modo potente zone inquietanti e scomode della nostra esistenza. Nel libro, la trasposizione scenica curata dallo stesso Piccardi. Sul palco solo sette sedie e il grande Alvaro Piccardi. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Donatella De Bartolomeis Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Ferie e malattia nel... Articolo Successivo “Le farfalle e...