Di Redazione XD Magazine Eventi 20 luglio 2021 La storia. Secondo una leggenda cinese risalente XXVIII secolo a. C., la giovane imperatrice Xi Ling Shi era intenta a prendere il tè ai piedi di un grande gelso, quando un baco cadde accidentalmente nella sua tazza. L’imperatrice, nel rimuoverlo, si rese conto che il bozzolo era costituito da un filo resistente e traslucido che sfilato, metro dopo metro, coprì l’intera lunghezza del giardino imperiale. Il filo prezioso poteva essere tessuto e così, stando alla leggenda, fu l’imperatrice a dare vita all’arte della sericoltura. Come l’imperatrice cinese, le donne seguite dalla cooperativa E.V.A. nei percorsi di uscita dalla violenza, grazie ad un progetto finanziato dalla regione Campania, sono state coinvolte nel laboratorio “EvaLab” per tessere nuove trame dei loro percorsi di vita. About us. “EvaLab”, attivato in un bene confiscato alla camorra a Casal di Principe, nasce nell’ambito del progetto “Sete e moda contro la violenza” (ASSE II – OBIETTIVO SPECIFICO 11 AZIONE 9.6.4 DEL P.O.R. CAMPANIA FSE 2014- 2020) finalizzato a valorizzare il buon uso dei beni confiscati, a potenziare gli interventi di sostegno all’autonomia e all’empowerment della donne in uscita dalla violenza e realizzato da un virtuoso partenariato tra la cooperativa EVA, il consorzio San Leucio Textile, le associazioni Co2, DaSud, ALTS e dal prezioso contributo dell’Accademia di belle Arti di Napoli. In questo contesto la tematica di genere e la decostruzione sociale della violenza, affrontata in aula dal punto di vista sociologico con la prof.ssa Marilisa Moccia, hanno trovato piena applicazione nella collezione disegnata dagli studenti del biennio di Fashion Design. Le sete, destinate all’arredamento tessile, sono state ricollocate definendo ex novo capi per l’alta moda. Fin dal momento del design, sotto la guida della professoressa Maddalena Marciano, gli studenti si sono ispirati all’idea del viaggio attraverso i continenti. La forma kimono è stata scelta come elemento di sintesi fra gli spazi geografici e, al contempo, eletta per rispondere alla necessità di costruire un capo universale per confort ed eleganza: la struttura è semplice ma di rigorosa esecuzione, avvenuta sotto l’esperta guida della professoressa Angelina Terzo, sofisticata nel design e liberatoria nella vestibilità. Il concept. La collezione ha avuto una lunga genesi e ha visto gli studenti varcare le aule e gli schermi per farsi tutor delle sarte impegnate nel laboratorio, in grado di trasmettere sapere artigiano e agevolare quel processo di liberazione ed empowerment così auspicato, che può rendere le donne consce della forza creatrice presente nelle loro mani. Accuratissima in ogni momento della produzione e del confezionamento l’attenzione alla sostenibilità ambientale. Quella che vi presentiamo è una storia di creazione innovativa, sviluppo locale, economia sociale, sostenibilità ambientale, legalità e riscatto che ci piace raccontare attraverso i nostri capi. Il prodotto. I kimoni della collezione sono in grado di creare interazione tra generi e ponti tra culture. Allo stesso modo i copricapi, variamente drappeggiati a turbante, a calotta o da intendersi come accessorio a complemento di acconciature ricercate, ispirati alla cultura etnica e riproposti come accessori d’alta moda, accompagnano la collezione per restituire l’immagine di una donna elegante e pratica ad un tempo. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Redazione XD Magazine Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Al via la quarta edi... Articolo Successivo Le Musiche del Compo...