Di Pamela Cappelluzzo - Avvocato, Grafologa e Perito Giudiziario Lifestyle 15 luglio 2020 Oggi risponderò ad una domanda che è sorta spontanea ad un lettore di XD Magazine. “Come mai le nostre firme sono tutte diverse? Come fa un perito grafologo a riconoscere la mia firma, se le mie firme sono tutte diverse tra loro?” Nessuna scrittura è mai identica a sé stessa, essendo un prodotto naturale, spontaneo e libero qualora i grafemi sono perfettamente sovrapponibili, ovvero firme identiche tra loro, siamo di sicuro dinanzi a un’ipotesi di falso. La grafia è da considerarsi un aspetto dell’attività espressiva della persona che richiede la partecipazione di tutto l’apparato neuro-psicologico. Scrivere è un atto complesso, tanto che lo psicologo e grafologo svizzero M. Pulver, in “Le simboloysme de l’ecriture”, sostiene che “la forma del linguaggio grafico non dipende in primo luogo dalla mano, ma da quelle parti corticali del cervello da cui partono gli impulsi motori che governano il movimento della penna”. All’atto di scrivere il gesto grafico che verrà tracciato sarà di getto e lo stesso vale per la firma. Una firma andrà a conservare i suoi caratteri fondamentali, personali e tipici che fanno di quella firma una firma unica, nonostante quella percentuale di variabilità insita in ogni grafia. Qualsiasi alterazione dello stato psico-fisico del soggetto si riversa sulla scrittura e sulla firma. Non solo i fattori soggettivi incidono sulla scrittura, ma anche i fattori strumentali hanno una loro valenza. Una posizione scomoda, un piano di appoggio ruvido, una penna diversa con un inchiostro poco fluido o viceversa, una carta rugosa, uno spazio ristretto o lo stato d’animo dello scrivente sono tutti fattori che andranno ad incidere sulla grafia, ma andranno a modificare solo esteriormente la grafia. La scrittura anche se appare diversa andrà a conservare la propria fisionomia individuale. Si parlerà di “variabilità grafica che si intende il grado di variabilità all’interno di un range di costanti che caratterizzano il grafismo”. La variabilità grafica è una caratteristica del grafismo connaturale ossia è un’abilità dello scrivente di eseguire un prodotto creativo ed eterogeno. Per questi motivi, avremo delle firme che si differenziano tra loro, firme mai identiche ma che esprimono il nostro stato d’animo. La variabilità grafica può essere momentanea o più duratura, ma qualsiasi cambiamento che incide sulla nostra vita incide sul gesto grafico in quanto vi è uno stretto rapporto tra psiche e il nostro modo di scrivere. Data tale premessa è naturale che la scrittura di una stessa persona abbia una variabilità più o meno ampia. Ed è normale che le nostre firme siano tutte diverse, ma la diversità che appare ai nostri occhi in realtà si limita solo all’aspetto estetico della firma. La forma apparirà leggermente disuguale, per via della velocità o dell’estensione della firma, ma tutte le firme o scritture avranno le stesse caratteristiche, gli stessi automatismi tipiche della persona. Nel momento in cui il perito si accinge alla valutazione dell’autenticità della firma, andrà a svolgere un esame approfondito sulle comparative, in quanto possono esistere scritture in apparenza difformi, ma sostanzialmente identiche e scritture morfologicamente corrispondenti, ma riferibili a persone diverse. Soffermandoci sulle firme di Salvador Dalì, noto pittore, scultore e tanto altro, noteremo una notevole variabilità grafica. Sono firme dello stesso autore ma tutte differenti tra loro, si passa dalla firma perfettamente leggibile con forme arrotondate e morbide alla firma illeggibile, dove le forme diventano scarne, angolose e non riconoscibili. La firma per estesa si trasforma in sigla. Le immagini sono tratte da:http://tieba.baidu.com Le immagini sono tratte da:http://tieba.baidu.com Le stesse firme si possono considerare dei piccoli capolavori in cui sono proiettate le dinamiche intrapsichiche dell’artista. Come si può notare l’aspetto estetico delle firme sono tutte diverse tra loro, alcune leggibili e altre sono delle vere e proprie opere d’arte. Sono firme che prevale il ritmo e il movimento, vi è una sorprendente alternanza di energia e dinamismo. Le forme sono personalizzate, eccessive, abbellite e originali. Il gesto grafico si alterna tra linee curve e angolose, anche la pressione esercitata sul foglio si alterna tra tratti leggeri e tratti ingrossati e pesanti. Siamo dinanzi a una personalità ricca di creatività estrosa, caotica eccentrica e bizzarra. All’interno della firma si trova stilizzata la riproduzione di una corona, simbolo della regalità e grandiosità. Un’artista che non voleva passare inosservato ma al contrario egocentrico e narcisista. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Pamela Cappelluzzo - Avvocato, Grafologa e Perito Giudiziario Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Lavanderia e sartori... Articolo Successivo E’ vero che l’...