Di Loredana Zarrella Cultura, Spettacolo 17 agosto 2020 La musica come antidoto al grigiore, alla noia, ai mali del nostro tempo. Lo sa bene Luca Pugliese, cantautore e pittore poliedrico e versatile, che ha fatto propria questa felicissima contezza relativa alla potenza salvifica dell’arte. Così, giorno dopo giorno, dagli esordi dell’emergenza “Coronavirus”, l’artista irpino dall’estro cosmopolita non si è affatto risparmiato. In un originale e apprezzatissimo tour virtuale, Luca Pugliese si è esibito su Facebook ogni sera, dedicando ai follower la sua musica, la sua arte, la sua abilità nell’interpretare i grandi cantautori. Rispettando la regola di restare a casa – e invitando tutti a fare altrettanto per contenere l’espandersi del virus-, Pugliese ha cantato e suonato le sue canzoni e quelle di Franco Battiato, Eugenio Bennato, i Musicanova, Pino Daniele, i Pink Floyd, Fabrizio De André, Francesco De Gregori, senza dimenticare la tarantella, spassionato manifesto della gioia irpina. «L’arte – è risaputo – è una potente medicina dell’animo umano» ha spiegato Luca Pugliese, noto per la sua idea di arte totale e totalizzante e per la sua attuale veste musicale da polistrumentista e solista insieme, un one man band nel triplice ruolo di cantante, chitarrista e percussionista a pedale. «L’arte trionfa sul tempo e sulla morte – continua l’artista a margine del suo #iorestoacasa tour. -. In questa emergenza ho, quindi, deciso di aprire una finestra sul mondo ogni giorno. E’ un esperimento che faccio con onestà culturale. Fin quando non cesserà l’allarme io suonerò tutti i giorni in diretta online per portare nelle case la musica e la sua estrema libertà». L’idea di dare vita alle immersioni musicali in rete durante l’emergenza sanitaria nasce, dunque, per istinto. Così come, sulla scia di un impeto solidale, Luca ha organizzato, anni or sono, tournée nelle carceri di tutta Italia. Dopo la toccante esibizione del 19 gennaio 2013 presso il carcere di Secondigliano, prima tappa di un epico viaggio musicale per le carceri d’Italia mai finito, l’artista ha portato la musica – tarantelle, classici della partenopea, perle del patrimonio cantautorale italiano e del repertorio musicale latino – anche nelle case circondariali di Rebibbia, Regina Coeli, Opera, San Vittore, Poggioreale, Sant’Angelo dei Lombardi, Benevento, Ariano Irpino, Foggia. «La musica è aria dipinta – ha commentato l’artista -. Portare un po’ di musica in luoghi dove tutto è troppo poco e troppo stretto mi ha reso vivo e mi ha fatto sentire utile al mondo… Sono più che mai convinto che se vogliamo migliorare il nostro paese, dobbiamo cominciare dal basso, recuperando e riabilitando chi ha sbagliato, e che ciò non è solo doveroso, ma è anche possibile». Come durante l’emergenza Coronavirus, così nelle carceri l’arte si è rilevata un prezioso catalizzatore di positività: «L’effetto ristoratore e “liberatorio” che l’arte riesce ad avere in luoghi come il carcere, insegna che spesso basta poco per fare del bene a chi sta male» spiega Luca. E ancora: «Trascendo dalle problematiche strettamente politiche legate al problema carcerario, ma le testimonianze che ho raccolto nel mio tour non sono certo positive. Io ho messo gratuitamente a disposizione una mia competenza, e se tutti dessero qualcosa gratis per alleviare la sofferenza altrui, sicuramente il mondo starebbe più in armonia con se stesso. Spero che la mia “ora d’aria colorata” sia da esempio per tutti gli artisti che si ritengono tali. Del resto, la funzione sociale dell’arte non è certo una mia invenzione». Ideatore di “Terra Arte”, la prestigiosa rassegna di musica e arte nata per esplorare il rapporto tra uomo, habitat e cosmo, Pugliese, classe ’73, è anche un architetto. La discussione della sua tesi di laurea in Progettazione, accompagnata da brani musicali, fu il preludio di una serie di irruzioni musicali in altri campi, negli anni a venire. La “tecnologia del folklore”, sapiente mescolanza di avanguardia e tradizione, è sempre stata il suo punto fermo. Le vibrazioni emanate dal legno di una chitarra hanno ispirato il progetto Fluido Ligneo che ha visto svariate e prestigiose collaborazioni (Eugenio Bennato, Tony Esposito, Peppe Barra) e la realizzazione di quattro album (Endemico, 2003, presentato con Angelo Branduardi; Flashbacks, 2005; Andante, 2009, distribuito da EMI; Déjà vu, 2012). Ogni suo lavoro discografico si presenta come un’esplorazione di ritmi, culture e sonorità. Dalle contaminazioni mediterranee (Fluido Ligneo) al sound etno-rock (Endemico), dal rock alternativo scandito da groove ritmici e armonici dall’andamento volutamente ostinato e ripetitivo (Andante) al magico incontro di oltre trenta strumenti e di ben sedici musicisti di varia provenienza (Déjà vu), – tra cui Vittorio Cosma, Tony Bowers (bassista e fondatore dei Simply Red) e Giancarlo Parisi (già collaboratore della PFM e di Fabrizio De André) – fino al dialogo appassionato tra gli strumenti esotici e quelli della tradizione popolare e agropastorale del Sud Italia (Fluido Ligneo Ethnic Orchestra). Con il Fluido Ligneo Cuban soul (2012-2013) groove afrocubani si fondono con i raffinati testi esistenziali e gli “ostinati” arpeggi del cantautore irpino mentre l’incontro con musicisti di origine sudamericana residenti a Milano (Fluido Ligneo latino) dà vita a contaminazioni con le sonorità del samba e della bossa nova. Come pittore, Luca Pugliese ha tenuto mostre personali e collettive in tutta Italia. Nel 2010, con la sperimentazione pittorico-musicale Cosmo sonoro, confluita nell’omonimo prestigioso catalogo edito da Skira, ha tenuto mostre personali alla Triennale Design Museum di Milano e al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna. Nel luglio 2019 ha donato il suo dipinto “L’arcangelo Michele” (2008) al Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo (Fg), dove l’opera è visibile in esposizione permanente. “Terra Arte”, il festival itinerante di musica e arti nato nel 2001, è tornato alla ribalta il 21 luglio 2018, dopo una pausa di sei anni, con una tredicesima edizione en plein air di singolare impatto visivo. Tanti spettatori, grandi e piccini, si sono immersi nella grande favola cosmica suggerita dall’intreccio tra musica e arte nel suggestivo scenario della foresta di Gavitoni, nel comune di Lioni (Av), sotto i riflettori della mega installazione “Pesci di montagna” tratta dall’omonimo ciclo pittorico. L’arte, la musica, la natura abbracciate per ricordare che la bellezza è il motore di tutto, come sottolinea Pugliese nel frangente dell’attuale emergenza: «Dopo questa pandemia dovremo trovare nuovi binari per affrontare il nuovo mondo che verrà. L’arte è un indotto economico cruciale del Bel Paese. Che possa presto rinascere!». Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Loredana Zarrella Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Telemarketing: quand... Articolo Successivo Gloria Fava...