Di Barbara Ciarcia Cultura, Spettacolo 27 settembre 2021 Un proverbio zen recita così: “Se non riesci a trovare la verità là dove sei, in quale luogo speri di trovarla”? È in fondo questa l’ispirazione che ha guidato la mente e le mani di Renato Fucci nella stesura di ‘Lismosi’, ultima opera musicale del pianista e compositore di Fontanarosa. Dieci brani inediti, suonati con tocco leggero e appassionato, sono note che fluttuano in luoghi della memoria, e dell’anima, facendo rivivere atmosfere e ricordi nascosti nelle pieghe del cuore. Riaffiorano melodie che evocano momenti speciali. È un viaggio disteso alla ricerca della felicità. E’ un racconto sorprendente che riporta alla luce emozioni. È la riconciliazione dello spirito. Non più tormentato ma finalmente appagato, e riappacificato con se stesso. È l’epifania di un equilibrio interiore trascritto sul pentagramma. Attraverso le sonorità Renato Fucci descrive un paesaggio senza tempo che l’autore ha realmente vissuto e attraversato nel suo tempo. Quello della musica scandisce i mutamenti. ‘Lismosi’ è il sequel del primo racconto musicale prodotto quattro anni fa, ‘Primidimaggio’, dall’artista diplomato in Organo e Composizione organistica al Conservatorio ‘San Pietro a Majella’ di Napoli e docente di Teoria, analisi e composizione presso il Liceo Musicale ‘Carlo Gesualdo’ che fa capo all’Istituto d’Istruzione Superiore ‘Aeclanum’ di Mirabella Eclano. Il disco nasce con l’obiettivo di raccontare proprio il seguito di quella storia personale, quel viaggio intimo, di uomo e di musicista, intrapreso da Fucci nel 2017. Le dieci tracce inedite, eseguite al pianoforte, strumento prediletto dal maestro di Fontanarosa, accompagnano l’ascoltatore nei luoghi della memoria per assaporare sentimenti e ricordi sedimentati. E riaffiorano allora melodie morbide che fanno da contrappunto a una forte e privata esperienza emotiva e sentimentale. Il protagonista è finalmente libero dai fantasmi che lo hanno perseguitato in passato. Anche il video che accompagna l’uscita di ‘Lismosi’ è uno dei pezzi più rappresentativi dell’intera opera. Ambientato in una natura in apparenza incontaminata sprigiona un clima disteso, sereno, celato però da un velo sottile di solitudine, come la saudade portoghese o l’ipocondria tipicamente irpina, compagna di viaggio dell’uomo contemporaneo. Espliciti sono i riferimenti alla volontà di vivere in un ecosistema sostenibile in cui la generazione attuale può soddisfare i propri bisogni senza compromettere quelli di chi verrà dopo. È il filo invisibile che conduce l’ascoltatore in un racconto senza immagini ma denso di suoni. E’ la musica che parla e proietta stati d’animo. “Il paesaggio descritto nell’opera è quello di un viaggio fuori dal tempo- spiega Renato Fucci -, un viaggio introspettivo che mi ha portato a scavare innanzitutto dentro di me attraverso gli elementi della natura che mai come oggi reclama rispetto per il bene futuro dell’umanità. È un’immersione sonora nelle profondità dell’abisso umano”. Lismosi, non a caso, è un neologismo e sta per corrispondenza di affetti tra due persone anche separate. Nell’epoca del distanziamento sociale che è pure distanziamento affettivo l’opera di Renato Fucci è di strabiliante attualità. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Avella da scoprire c... Articolo Successivo Due vite di Emanuele...