Di Barbara Ciarcia Persone, Territorio interviste, persone, territorio, vocazione territoriale, xd magazine 9 febbraio 2018 Da poco nominato presidente della Coldiretti di Avellino, Francesco Acampora, 34 anni, ingegnere biomedico originario di Fontanarosa è anche il presidente di Aprol Campania, l’organizzazione dei produttori olivicoli. Ha vissuto a lungo a Napoli ma dopo gli studi universitari è ritornato alle origini della sua famiglia e di una passione antica che lo accomuna ai suoi avi, l’agricoltura. Porta avanti con successo pure le attività dell’azienda agricola biologica ‘Il cortiglio‘, sintesi perfetta del ‘know-how’ maturato in questi anni e di una vocazione sincera per la produzione di buoni frutti. L’agricoltura resta la filiera trainante dell’economia irpina eppure vive stagioni alterne. Sarebbe opportuno un massiccio piano d’interventi e investimenti in favore del settore che puntualmente va in affanno? “L’agricoltura è cambiata profondamente negli ultimi vent’anni- esordisce il presidente della federazione di Avellino della Coldiretti, Francesco Acampora-, riconquistando una centralità culturale ed identitaria che si era appannata negli anni difficili degli scandali alimentari, come la mucca pazza o il vino al metanolo. Il settore primario, grazie all’impegno di Coldiretti, ha riconquistato la fiducia dei consumatori, sempre più attenti all’autenticità e alla salubrità di quello che mettono a tavola. In questo quadro l’agricoltura dell’Irpinia ha continuato a macinare numeri e successi, in particolare nella produzione di vini di eccellenza e di olio extravergine d’oliva, ma non solo. È l’unico settore del Sud che cresce e crea occupazione, pertanto i tempi dell’affanno sono passati. I fondi e gli investimenti per l’agricoltura, in particolare quelli europei gestiti dalla Regione Campania attraverso il Programma di Sviluppo Rurale (PSR), ci sono e sono consistenti. Il problema vero è la qualità della spesa. Nelle vecchie programmazioni si è sprecato tanto, oggi non possiamo più permettercelo. Coldiretti ha portato avanti e vinto una forte battaglia per rivedere regole e modalità di accesso ai bandi PSR spostando le scelte di investimento verso i giovani, l’innovazione e la capacità di fare rete. Con queste basi la nuova agricoltura non solo è più competitiva, ma riesce ad alzare la resilienza verso la concorrenza sleale ed i fenomeni climatici sempre più estremi. L’imprenditore agricolo oggi non subisce più passivamente le stagioni negative, ma cerca di prevenire con l’innovazione e di rafforzarsi diversificando il reddito aziendale con la multifunzionalità: vendita diretta, trasformazione, agriturismo”. Un ritorno all’agricoltura sarebbe auspicabile con la fame di lavoro che c’è. La terra può continuare a dare buoni frutti se ci sono energie fresche e motivate. Ai giovani che restano sul territorio e hanno serie intenzioni di investire le loro competenze nel comparto agricolo che consigli dà? “Il ritorno all’agricoltura è già un fatto- esclama Acampora-. Lo dicono i numeri della crescita di aziende condotte da under 40 e il boom delle iscrizioni agli Istituti agrari e alla Facoltà di Agraria. Ma tantissimi giovani, anche da percorsi di studio diversi, stanno già costruendo il proprio futuro in agricoltura. Io ne sono la testimonianza, sia per la mia età sia per il mio percorso. Sono un ingegnere, ma ho visto nella crescita dell’azienda di famiglia una prospettiva affascinante. Fare l’imprenditore agricolo non è solo un lavoro, ma una grande passione. Certamente non bisogna cullarsi sugli allori. Come Coldiretti stiamo portando avanti una forte azione di informazione e di animazione per i giovani del territorio. Alla nuova agricoltura irpina servono forze giovani e idee fresche. Ai nostri ragazzi consiglio senza ombra di dubbio di credere nel settore agricolo. Nei comparti di punta della provincia di Avellino c’è ancora tanto da fare, ma non si sono solo i comparti vitivinicolo e olivicolo. Il nostro territorio ha ancora tanto da esprimere nella produzione di formaggi e di salumi, ma anche nella produzione di cereali. Quanto alle risorse, ricordo che da poco è stato aperto il bando Progetto Giovani del PSR, con scadenza fine febbraio. È un cluster su due misure che consentono a un giovane che vuole insediarsi per la prima volta di chiedere finanziamenti per un progetto completo di impresa agricola. Il vero problema è la terra. Occorre recuperare terreni agricoli abbandonati e metterli a disposizione dei giovani. Coldiretti Avellino da tempo ha proposto alle Istituzioni locali di dare vita a banche della terra e contemporaneamente di fermare il consumo di suolo fertile e la cementificazione”. I prodotti agroalimentari irpini godono di buona salute sui mercati ma necessitano comunque di un sostegno maggiore anche dalla categoria che rappresenta per essere competitivi? “I prodotti irpini sono parte integrante della forza mondiale del Made in Italy- conclude l’ingegnere-. Lo abbiamo visto quest’anno al Vinitaly, con uno spazio espositivo straordinario per l’Irpinia. Sulla scia vincente dei nostri vini, ambasciatori della nostra terra, possiamo innestare una strategia di mercato efficace. I prodotti ci sono, la capacità di produrre eccellenze anche. Occorre rafforzare la nostra capacità di fare rete per essere competitivi in Italia e nel mondo. Abbiamo ben chiara la strada da percorrere e Coldiretti lo sta facendo a livello nazionale e regionale con la stipula di accordi di filiera. Da pochi giorni è nata Filiera Italia, un’alleanza che vede per la prima volta il mondo agricolo, Coldiretti, e l’industria agroalimentare italiana di eccellenza insieme per difendere tutta la filiera agroalimentare nazionale. Questa è la strada del futuro: valorizzare tradizioni produttive e biodiversità sui territori, costruire accordi forti per la trasformazione delle materie prime, garantendo il giusto reddito agli agricoltori. Se gli investimenti e le misure di sostegno vanno in questa direzione, potremo guardare al futuro dell’agricoltura con grande ottimismo”. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente A Grottaminarda la p... Articolo Successivo Lapio: storie di vin...