Di Barbara Ciarcia Persone, Territorio persone, territorio, vocazione territoriale, xdmagazine 19 aprile 2017 Duemila concerti all’attivo. Trent’anni di gloriosa carriera musicale alle spalle e un futuro ancora tutto da pianificare. Leonardo Quadrini ha un curriculum artistico chilometrico. Giovanissimo sale sul podio, e non è più sceso. Nel 1983 si diploma in Musica Corale e Direzione di coro presso il prestigioso Conservatorio ‘San Pietro a Majella’ di Napoli. Tre anni dopo invece consegue il diploma in Direzione orchestrale a L’Aquila. Una vita dedicata alla musica in tutte le sue sfumature: dalla classica alla leggera. Ha diretto le maggiori orchestre sinfoniche europee e italiane e i più importanti cantanti (lirici e pop): da Katia Ricciarelli ad Al Bano, da Antonella Ruggiero a Placido Domingo al trio de Il volo fino al compianto Lucio Dalla e al fenomenale Roby Facchinetti. Sangue misto nelle vene, si definisce con orgoglio un irpo-sannita, e la musica che gli ronza sempre nella testa. Versatile, come solitamente sono i grandi direttori d’orchestra, eppure concreto e sbrigativo. È direttore stabile dell’Orchestra sinfonica di Udmurtia, la maggiore della Russia. Gira il mondo con la sua inseparabile bacchetta e a ogni concerto coinvolge il pubblico con esibizioni corali e travolgenti come nessuno mai. È un idolo per i ‘melomani’ e un docente esemplare per gli allievi. Maestro, ha diretto le più grandi orchestre sinfoniche del mondo ma alla fine torna sempre a casa: non ha mai spezzato il legame col suo territorio d’origine. Lei emoziona e si emoziona. Cosa prova ogni qualvolta dirige un concerto? “Raccontare le proprie emozioni è difficile- esclama il maestro Quadrini- perché sono emozioni molto intime. C’è poi l’emozione di chi si alimenta di arte, cultura, storia, musica: è comunque difficile spiegare ciò che si prova a chi non si trova a vivere una simile condizione. La bellezza dell’ascolto è profondità dello spirito. So di vivere una condizione privilegiata difficilmente comprensibile per un ascoltatore o uno spettatore. Le emozioni che trasmetto sono, senza dubbio, diverse dalle mie” L’Italia è la patria del bel canto e delle grandi opere, ma i giovani che oggi si avvicinano alla musica non vengono adeguatamente sostenuti. Secondo lei si può e si deve fare di più per incrementare la cultura musicale già nella scuola primaria? “Si potrebbe fare tanto- aggiunge ancora il direttore d’orchestra- e basta prendere ad esempio i cinesi, i giapponesi, i coreani che hanno sistemi di educazione all’avanguardia in materia musicale. Purtroppo qui da noi ci sono sole buone intenzioni e nulla più, e l’Italia da patria del melodramma è diventata nazione fanalino di coda per chi ha voglia di fare musica seriamente. I teatri chiudono o falliscono, sono più gli enti commissariati che quelli autonomi e sani. I corpi di ballo subiscono tagli pesanti. Credo che non ci sia interesse a investire in questo segmento della formazione umana tanto caro alla cultura greca e latina”. I talent scoprono o rovinano un talento artistico? “I talent- afferma senza mezzi termini Leonardo Quadrini- non scoprono niente perché si tratta solo di programmi televisivi cotti e mangiati. Per uno che ce la fa ce ne sono 30/40 mila schiacciati invece dalla macchina corroborante dei casting che producono illusioni nei ragazzi e non serie prospettive lavorative. La qualità artistica, il talento, non interessano più. C’è gente che investe capitali a fare casting e provini senza raggiungere mai un traguardo, anzi, sempre più spesso incappano nella rete del malaffare di chi specula solamente e sfrutta senza scrupoli anche i potenziali talenti”. La musica come la bellezza salverà il mondo? “Purtroppo- conclude il maestro Quadrini con un tono segnato dall’amarezza- lo possiamo soltanto sognare. Una canzone di Dalla parlava della ‘musica ci salverà’, ma ormai siamo incamminati verso un declino irreversibile. Non ci sarà alcun risarcimento perché l’essere umano non si alimenta più del bello, con le dovute eccezioni delle vecchie generazioni cresciute con modelli di bellezza come la pittura, la danza classica, l’architettura. Chissà, forse avremo in un prossimo futuro nuovi modelli di bellezza, altri canoni, che noi non comprendiamo. Bellezze lontane dalle nostre”. È la vita, bellezza. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Ariano, una città mu... Articolo Successivo Avellino-Rocchetta, ...