Di Barbara Ciarcia Persone, Territorio interviste, personaggi, vocazione territoriale, xd magazine 14 febbraio 2017 Cinquantasette anni, originario di Cori ( Latina ), Felice Accrocca, gira senza autista e senza segretario con una vecchia utilitaria Fiat in perfetto stile francescano. Schietto, sorridente, social: l’arcivescovo metropolita di Benevento ha subito conquistato i cuori dei fedeli della diocesi sannita, dopo quella di Napoli è la più grande e importante della Campania. In pochi mesi ha girato tutto il territorio per conoscere da vicino la sua comunità allargata spiazzando chiunque per la sua disarmante semplicità. Dopo la maturità scientifica ha frequentato i corsi teologici presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni. Successivamente ha conseguito la Laurea in Lettere all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e il Dottorato in Storia Ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana. È stato ordinato presbitero a Cori il 12 luglio 1986, incardinandosi nella diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi pastorali più significativi: Viceparroco della parrocchia S. Maria Assunta in Cielo, a Cisterna (1986-1989); Parroco della parrocchia S. Luca, a Latina (1989-2004); Moderatore della Curia Vescovile (2001-2003); Parroco della parrocchia S. Pio X, a Latina (2003-2012); Assistente diocesano dell’Azione Cattolica (2003-2007); Segretario del Sinodo Diocesano (2005-2012). È stato anche Coordinatore della Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali e Caporedattore del mensile della Diocesi “Chiesa Pontina”. Attualmente è Direttore della Scuola Diocesana di Teologia “Paolo VI” (dal 1994); Vicario Episcopale per la Pastorale diocesana (dal 1999); Responsabile dei seminaristi diocesani (dal 2007); Parroco della parrocchia Sacro Cuore e Amministratore Parrocchiale di S. Pio X, a Latina (dal 2012). Inoltre, è Docente di Storia della Chiesa medievale presso la Pontificia Università Gregoriana e docente all’Istituto Teologico di Assisi. Partecipa come Relatore in molti convegni in Italia e all’Estero, specialmente sul Francescanesimo. Ha all’attivo numerose pubblicazioni, tra libri, articoli e saggi tra cui il volume “Chi me lo fa fare? La lotta nello sviluppo umano e spirituale di Francesco d’Assisi” scritto con padre Enzo Fortunato. Monsignore Felice Accrocca collabora da anni con la rivista san Francesco e il sito sanfrancesco.org . Quali sono le sfide che attendono la Chiesa sannita in questo nuovo anno post-giubilare? “Come scrivevo nella mia lettera pastorale ‘Camminare insieme’ la vera sfida alla quale siamo chiamati è quella di fare rete, di apprendere il gioco di squadra. Già in occasione, lo scorso 12 giugno, del mio ingresso nell’arcidiocesi sannita affermavo che solo facendo ‘un’autentica esperienza di comunione riusciremo davvero a essere una Chiesa efficace’. Lo stesso vale per la società sannita e irpina. Se riuscissimo in questo intento tutti ne trarremo vantaggio, in caso contrario tutti saremo destinati a perdere. Ma è una sfida che la comunità ecclesiale deve vincere anzitutto al suo interno, e la cosa non è scontata” Papa Francesco è un rivoluzionario dentro e fuori il Vaticano. Eppure Santa Romana Chiesa deve fare i conti con la spending review delle parrocchie, delle anime, e con il calo vocazionale. “Papa Francesco è un rivoluzionario perché il Vangelo di Gesù è rivoluzionario- esclama monsignore Accrocca- Tutti coloro che lo mettono in pratica sul serio finiscono per trovarsi contro corrente rispetto ai criteri di valore e giudizio impiegati nella costruzione delle società umane. I costumi dell’Occidente non sempre risultano essere in sintonia con il Vangelo e per questo la Chiesa soffre una contrazione. Ma è tutta la società occidentale a essere malata. La stessa crisi delle vocazioni è un tema da relativizzare: quando entrai in seminario i numeri dei seminaristi, almeno ad Anagni, erano più bassi di quelli attuali. Una delle principali cause del problema sta anche nella crescente denatalità. Ogni anno diventiamo una popolazione di anziani e le vocazioni, si sa, nascono tra i giovani”. La società sannita e irpina non è esente dalla crisi che non è solo di natura economica quanto di valori. Eccellenza, come si pone l’istituzione ecclesiastica che guida di fronte alle moderne povertà? “La Chiesa, disse Paolo VI alle Nazioni Unite, non ha altra pretesa che quella di essere esperta in umanità. Di fronte alle povertà attuali la comunità ecclesiale beneventana vuole riproporre la forza del Vangelo che sola può darci lo spirito di costruire relazioni nuove, solidali, capaci di farci uscire dalla palude dei comportamenti trasgressivi o qualunquisti. Altre soluzioni sarebbero meno efficaci”. Cosa si augura e cosa augura alla comunità spirituale sannita e irpina per il 2017? “Auguro- conclude monsignore Felice Accrocca- di poter trovare parole semplici, gesti solidali, azioni di pace che siano in grado di dare a tutti una speranza nuova. Non grandi cose, ma piccoli gesti, che chiamano in causa tutti. E’ bene tenere presente che il poco di molti è meglio del molto di pochi. Se troveremo la forza di compiere un po’ di bene ogni giorno la nostra vita sarà più serena e bella, e così pure quella della nostra Chiesa e dell’intera società”. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Il Carnevale nel Reg... Articolo Successivo Oberdan Picucci: l...