Di Valerio Massimo Miletti Luoghi, Territorio 26 maggio 2021 La Torre di Casalbore risale alla seconda metà del XII secolo e pertanto può definirsi normanna, anche perché una lapide ne ricorda la presenza già nel 1216. Di forma quadrangolare, con base a scarpa, nacque come avamposto a difesa della Valle del Miscano. Il nome del paese sembra provenga da Casalis Albulus e quindi derivi dalla pietra bianca locale utilizzata ampiamente per le costruzioni. Casalbore si trova sul percorso del Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, utilizzato per la transumanza delle greggi verso la Puglia ed era anche attraversato dalla Via Traiana. È al confine con l’attuale provincia di Benevento del cui territorio una volta faceva parte. La zona risulta abitata fin dai tempi remoti come attestato dall’importante testimonianza archeologica di un Tempio Italico risalente al V-VI secolo a.C., in località Macchia Porcara. Si tratta dell’unico esemplare di età Sannitica conosciuto in Irpinia, mentre altra importantissima testimonianza è una necropoli sannitica scoperta in Località Spineto. I tumuli in pietra rinvenuti, hanno diametri che variano tra i cinque ed i dodici metri ed hanno un’altezza di circa 2,5 metri. I defunti sono stati ritrovati tutti in posizione supina, accompagnati dai simboli che meglio li avevano rappresentati in vita, quindi armi di offesa per gli uomini, e fibule o vasi di ceramica per le donne. La gran parte di questi reperti è esposta presso il Museo Archeologico di Ariano Irpino. ph. Fabrizio De Marco Quasi sicuramente la torre fu la prima costruzione a sorgere sul posto, e intorno a questa si sviluppò tutto il resto del paese, difeso da bastioni. Era dotata di un camino al primo piano, e di servizi igienici ai piani superiori, solitamente ricavati nello spessore delle mura. Nel tempo, ovviamente, anche alla stessa torre si aggiunse una cinta muraria difensiva più sviluppata, tale da presentarsi come un vero e proprio castello. La struttura si estende intorno ad una grande piazza d’armi. Purtroppo l’intera fortezza fu distrutta dal sisma del 1962 e dell’antico maniero sono sopravvissute fino ad oggi soltanto la Torre quadrata principale ed un’altra piccola torre situata a sud-est. Alla torre normanna, alta circa dieci metri e restaurata negli anni ‘80, si accede attraverso un arco ricavato alla base, nota come Porta Beneventana, rivestita da un portale bugnato in pietra, che dà accesso ad una corte interna. Probabilmente risale al XVI secolo, e non è certo coeva, in quanto solitamente queste costruzioni avevano nella parte inferiore una cisterna per l’approvvigionamento di acqua. Questa ipotesi è confermata anche dal fatto che alla base della torre sono state ritrovate tracce di un antico fossato. La terra di Casalbore, così come affermato dallo storico Tommaso Vitale, durante il periodo normanno era compresa nella vasta Contea di Ariano. Il paese è nominato per la prima volta in un documento del 1118 e durante il corso dei secoli è appartenuto a diverse famiglie feudatarie, come gli Sforza ed i Guevara. Giunse poi ai Caracciolo che lo tennero dal 1485 al XIX secolo quando passò, per matrimonio, ai Sanseverino principi di Bisignano. Da questi passò al marchese Costa che aveva sposato la figlia di Tommaso Sanseverino, ed infine il castello e parte del feudo furono acquistati da Tommaso Gallo che era stato amministratore con il marchese Costa. Ma fu durante il possesso dei Caracciolo che, con questa grande ed importante famiglia, intorno al XVI secolo la fortezza fu trasformata in residenza signorile. Vi furono aggiunti il palazzo situato a Sud della corte ed altre tre porte di accesso, la Porta Vallone ad est, la Porta Fontana a sud, la Porta Carrara a nord, per il passaggio dei carri. A sud-est la Portella, attualmente via Maraviglia. Il paese situato ad un’altitudine di 620 metri s.l.m., presenta anche un importante centro storico con diversi palazzi gentilizi dai portali in pietra e dalle finestre gotiche. Di grande interesse è la Porta Fontana con portale proprio in stile gotico, ed il Palazzo Maraviglia. Casalbore è conosciuto per i suoi prodotti tipici di altissima qualità e anche come il paese “delle cinquanta sorgenti” per la cospicua presenza di sorgenti d’acqua nel suo territorio. Attualmente nella Torre Normanna è ospitato l’importante Museo dei Castelli irpini. Il museo è propriamente situato in effetti nei locali che affiancano la Torre ed è nato nel 2013 dalla collaborazione tra l’Associazione Culturale Terre di Campania ed il Comune di Casalbore. Consta di un’interessante mostra fotografica itinerante, dedicata proprio a tutta la serie di castelli o fortificazioni che si trovano nella nostra bella Irpinia. Di ogni edificio rappresentato, viene illustrata la storia e anche quella del territorio di cui fa parte, rendendo veramente interessante questa mostra. C’è un vero e proprio percorso didattico che guida alla scoperta di questo mondo da favola. Nei suoi locali, il museo ospita anche convegni ed eventi dedicati alla valorizzazione del territorio, svolgendo una funzione davvero meritoria. Grazie alla disponibilità dei volontari dell’associazione, è anche possibile essere accompagnati alla scoperta dei castelli irpini (non in questo momento, ovviamente). A qualche chilometro dal paese, molto interessanti sono anche i resti del Ponte S. Spirito (meglio noto come Ponte del diavolo). Risalente al II secolo d.C., fu realizzato per il passaggio della Via Traiana sul fiume Miscano, tra Casalbore e Montecalvo. Mentre sempre in territorio di Casalbore, si trova uno degli edifici di culto più antichi della Campania. Si tratta della piccola chiesa rurale di S. Maria dei Bossi, di proprietà privata, che risale al V-VI secolo d.C. e fu edificata sui resti di alcune strutture preesistenti di epoca romana. Consiste in un unico vano a pianta regolare quadrata, con un’abside di accentuata convessità. Abbandonata verso la fine degli anni ’40 a causa del crollo del tetto, venne addirittura utilizzata come stalla, mentre la statua della Madonna veniva trasferita nella chiesa madre. A metà degli anni ’70 fu parzialmente restaurata e fu rifatto il tetto. Tuttavia la Soprintendenza Archeologica, insieme alla Comunità Montana Valle Ufita di Ariano Irpino, data l’importanza del sito, ha predisposto un progetto di recupero della struttura, con la creazione di un primo nucleo del Parco Archeologico dello Spineto. Casalbore, con le sue peculiarità storiche, architettoniche, archeologiche e paesaggistiche, ha tanto da mostrare e merita di certo una visita, augurandoci che presto si possano riprendere tutte le attività, anche quella turistica, ed ogni forma di vita sociale. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Valerio Massimo Miletti Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente CINZIA CAPONE “Difen... Articolo Successivo Giambattista Assanti...