Di Roberta Brogna Cultura, Libri cultura, libri, vocazione territoriale, xd magazine 4 settembre 2018 “La ragazza di Vizzini” il libro scritto a quattro mani, anzi “a due cuori”, come sottolinea lo stesso titolo, da Michele Vespasiano ed Emanuela Sica è un romanzo di grande attualità, che ci porta nella mente dei protagonisti, Mimì e Camila. Un percorso positivo di rinascita di una delle tante, anzi troppe, donne che quotidianamente subiscono violenza psichica e fisica da parte di un uomo. Il racconto scritto dai due autori è stato presentato qualche giorno fa presso la sede del Consiglio regionale della Campania al Centro Direzionale, nella sala “Caduti di Nassiriya”, proprio per mettere in risalto l’importanza di un tema sempre più frequente e delicato come la violenza di genere. “La ragazza di Vizzini. Una storia a due cuori” dunque è una storia di violenza che finalmente viene denunciata e racconta il risveglio dall’amore malato di un uomo e una donna, quest’ultima vittima di violenza psicologica e fisica da parte del compagno. Due mondi a stretto contatto che non sarebbero destinati ad incontrarsi ma che si incontrano per puro caso. “Questo testo – dice Emanuela Sica – è nato da due amici che hanno deciso di raccontare un amore malato, una situazione da cui le donne difficilmente riescono a liberarsi, soprattutto all’inizio”. “La ragazza di Vizzini non è un libro ma due in una sola cornice – continua ancora l’autrice – perché due sono le storie. Due sono i mondi sommersi che risalgono in superficie grazie ad un incontro”. “Il diario di Camila è un racconto intimistico, è un viaggio di ritorno verso casa ma ovviamente è anche un viaggio dentro sé stessi – sottolinea Michele Vespasiano – inoltre c’è una trama intrigante che prende sin dalle prime pagine e spinge il lettore ad andare avanti”. I due autori attraverso lo sguardo diretto dei protagonisti esplorano in maniera lucida e soprattutto senza banalità un tema duro, una realtà di violenza e sopraffazione; il libro è al tempo stesso una riflessione, una ricerca di sé. Ognuno difatti nel romanzo può leggere qualcosa di familiare, trovare una traccia personale, percepire un vissuto intimo o ideale. E alla fine, come dovrebbe accadere in ogni storia di violenza, l’unica salvezza da questa brutalità mascherata da amore è offerta dall’amore vero, da quel sentimento salvifico che dietro le paure, la rabbia e la sofferenza riesce ancora a far vedere la persona meravigliosa e unica che scalpita per tornare viva. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Roberta Brogna Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente ‘Cartoline dai... Articolo Successivo “Il Bianco Tri...