Di Valerio Massimo Miletti Luoghi, Territorio 16 marzo 2021 L’edificio storico risalente al XV secolo La Dogana Aragonese di Flumeri, conosciuta anche come Palazzo della Bufata, si trova in località Doganelle. E’ un importante edificio storico e risale alla fine del XV secolo. La denominazione Bufata (o Bufeta) sembra derivi dal fiume Ufita, che scorre non molto lontano, la cui pronuncia dialettale “Vùfeta” si sarebbe poi trasformata. La costruzione sarebbe stata commissionata nel 1479 da Federico d’Aragona che sarebbe divenuto re dal 1496 al 1501. Lo si evince da un’epigrafe che tuttavia è pressoché illeggibile tranne che per il primo rigo. In merito allo scopo della sua edificazione, vi sono due tesi diverse. La prima sostiene che l’edificio sia stato costruito come residenza di caccia nella vicina Bufata (località boschiva vicino al fiume, tra Doganelle e Murge), per poi essere trasformata successivamente in dogana delle pecore per la famiglia regnante. E ciò a causa della crescita della transumanza e delle greggi in transito. L’altra tesi, invece, sostiene che l’edificio sia sorto già con lo scopo di controllare il consistente flusso di armenti nella zona, per farne profitto a beneficio delle casse del regno. Questa seconda tesi sarebbe supportata dalla coincidenza del periodo di costruzione con un periodo di particolare espansione economica, ricco di scambi commerciali anche interni, tra il Tirreno e l’Adriatico. Questa direttrice, infatti, includeva proprio i passaggi per Avellino, Benevento, Grottaminarda e Valle Ufita, Ariano e Foggia. Sin dagli anni dell’impero romano tutta la zona era certamente occupata da abitazioni, ville, fattorie ed ha sempre giocato un ruolo piuttosto elevato nel settore economico. Sicuramente da escludere che la struttura fosse sorta come militare in periodo tardo normanno, e successivamente ampliata e trasformata in residenza, anche se la forma delle torri farebbe pensare comunque ad una funzione anche difensiva. ph. Fabrizio De Marco Tuttavia la piana dell’Ufita fu certamente zona esposta agli attacchi dei briganti, fortemente interessati a razziare le greggi. L’edificio subì di certo delle modifiche nel corso dei secoli, ma la completa mancanza di documentazione ne impedisce di ripercorrerne le fasi. Di struttura quadrangolare, la Dogana Aragonese conta ben duecento metri di perimetro ed era costituita nel lato Est e nel lato Sud da un pianterreno e da un primo piano probabilmente destinati ad ospitare militari e pastori, oltre, quasi certamente, ai funzionari statali addetti. I lati Nord ed Ovest ospitavano enormi stalle, in quanto costituiti da uno spazio unico. Pertanto, le greggi erano ricoverate in questi ambienti e in parte della corte. L’ingresso principale si trovava sul lato Sud e non dove si trova attualmente. Anche lo stemma araldico con epigrafe, precedentemente citata, che oggi si vede collocato sulla parete Est e gravemente danneggiato nello spostamento, sicuramente doveva trovarsi sulla parete Sud, sul portone d’ingresso dell’edificio. Quattro piccole torri cilindriche con base leggermente scarpata, sono poste agli angoli dell’imponente struttura. Lasciata in stato di abbandono per decenni, ha recentemente usufruito di fondi regionali per essere restaurata da parte del Comune di Flumeri, ritornando al suo antico splendore. Il restauro, portato avanti a partire dal 2010 da un grande Consorzio di Benevento, altamente specializzato nella realizzazione di grandi opere e lavori pubblici, è stato completato in diversi anni di lavoro, raggiungendo vari stati di avanzamento, nel 2013, nel 2015 ed un altro definitivo nel 2017. Il sindaco, Angelo Lanza, durante la cerimonia di inaugurazione, prevedeva un utilizzo a tutto tondo, polivalente, per eventi musicali, culturali. Ed Infatti, utilizzata per diversi scopi, con iniziative pubbliche e private, ha ospitato in questi anni numerosi eventi e manifestazioni. Tra le varie iniziative, un convegno sull’olio, nel 2013, con laboratorio di assaggio. Sempre nello stesso anno, la mostra fotografica “Immagini come appunti di viaggio. Castelli e fortificazioni in provincia di Avellino” realizzata dalla SEMA. ph. Fabrizio De Marco Un convegno sulla salvaguardia dei dialetti, nel 2016, che fu anche occasione per presentare una monografia, promossa proprio dall’amministrazione comunale per far conoscere la Dogana, a cura del preside, prof. Romualdo Marandino, e per i tipi della Delta 3. Un interessante Festival del Blues nel 2019, che vide la partecipazione di molti artisti di questo affascinante genere musicale. Indubbiamente la struttura, per la sua grandezza e per la sua posizione strategica, così come auspicava Mario Cesarano, funzionario archeologo della Soprintendenza alle Belle Arti di Salerno ed Avellino, sarebbe potuta diventare anche un centro di aggregazione per tutto il territorio, non solo per la comunità di Flumeri. Un territorio che ha delle vere e proprie eccellenze, anche dal punto di vista archeologico, quali Aeclanum e Madonna delle Grazie, in territorio di Mirabella Eclano, Fioccaglie (proprio nel territorio di Flumeri), fino ad arrivare al Equum Tuticum, in territorio di Ariano Irpino. Cesarano immaginava proprio la valorizzazione dei beni archeologici irpini per incrementare il turismo culturale nelle nostre zone, sempre schiacciate dagli immensi patrimoni archeologici campani, con i siti di Pompei, Ercolano, Cuma, Capua. Forse l’ultimo evento organizzato presso la Dogana Aragonese fu un Convegno di Invitalia, il 29 febbraio 2020, già in tempi di Coronavirus, che tanto ci ha tolto in termini di socialità ed aggregazione. Il convegno, promosso dall’Unione dei Comuni Terre dell’Ufita e Confindustria di Avellino, mirava a spiegare, in particolar modo ai giovani, i tre incentivi promossi da Invitalia per favorire questa categoria, aprire nuove possibilità di lavoro ed evitare che i nostri ragazzi debbano allontanarsi dai propri territori in cerca di una diversa sistemazione. In effetti il convegno fu molto affollato e riscosse notevole successo, alla presenza di numerosi sindaci o rappresentanti delle amministrazioni comunali, di molti giovani, di imprenditori, di professionisti. Adesso, purtroppo, non è possibile organizzare eventi e creare occasioni di assembramento e la Dogana, così come tutti gli edifici storici o destinati all’organizzazione di manifestazioni, si ritrova chiusa da un bel po’. Ma siamo sicuri che presto potrà riprendere la sua funzione ed ospitare ancora tante iniziative a beneficio della nostra Irpinia. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Valerio Massimo Miletti Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente EMMEGI GAS MOCCIA... Articolo Successivo Ponte Appiano, il gi...