Di Andrea Massaro Storia, Territorio storia, territorio, vocazione territoriale, xd magazine 6 febbraio 2019 La scorsa stagione sulla rete di Canale 5 si sono viste varie puntate della fiction relativa al colossal storico “Guerra e Pace”, tratto dal celeberrimo capolavoro della letteratura mondiale dovuto alla penna e all’ingegno non comune di Leone Tolstoj. La fiction ha offerto l’opportunità per riportare la lancetta dell’orologio a oltre due secoli fa, quando Avellino e l’Irpinia, e con loro l’intero regno italico, marciavano all’ombra delle baionette e dei vessilli napoleonici. Come è noto la città di Avellino deve molto del suo progresso al periodo 1806 – 1815, noto come il Decennio francese instaurato da Napoleone Bonaparte. Non a caso la nostra città fu elevata al rango di capoluogo di provincia e nello stesso periodo fu abolita la feudalità e furono introdotti nuove leggi, che modificarono il sistema amministrativo nella vita dei comuni e delle province. Con il nuovo codice furono istituiti anche i registri dello stato civile, in precedenza affidati alle parrocchie. A lato di queste innovative iniziative il Decennio si distinse per le continue battaglie delle truppe francesi che coinvolsero l’intera Europa. Tra i vari popoli che marciavano sotto le insegne dell’aquila imperiale non furono pochi gli irpini che si trovarono catapultati in luoghi lontani e sconosciuti, specialmente dopo la data del 9 gennaio 1806, quando le armate francesi invasero il Regno di Napoli, costringendo alla fuga in Sicilia del monarca Borbone. Con la nomina di Giuseppe Bonaparte a Re di Napoli prima e di Gioacchino Murat dopo, Avellino sarà proietta nella modernità. Al seguito dei generali di Napoleone si muovono molti nostri concittadini. Alcuni dei loro nomi sono stati tramandati negli elenchi degli insigniti delle onorificenze e medaglie rilasciate dal governo francese. Tra le persone decorate figura, e non poteva mancare, l’eroico protagonista dei fatti del luglio 1820, Lorenzo de Concilj, insignito il 20 dicembre 1814 della medaglia d’onore dell’Ordine delle Due Sicilie per aver dato “prove distinte di fedeltà in difficili circostanze dello Stato”. La menziona è riferita alla campagna di Lombardia intrapresa nel 1812. Sul medagliere dell’eroico de Concilj, inoltre, fu appuntata un’altra decorazione, quale la “Medaglia di Sant’Elena” istituita da Napoleone durante gli ultimi giorni della sua vita nella remota isola di Sant’Elena, in segno di gratitudine ai compagni di gloria e di battaglie, attuata successivamente da Napoleone III. Il decreto recava la data del 3 maggio 1821, due giorni prima della morte di Napoleone e riconosceva al de Concilj il servizio prestato come capitano dei veliti a cavallo incorporato nel III Reggimento Cavalleggeri. Anche il Tenente di Prima Linea Pasquale Pepe partecipò alla campagne di Napoleone. Il re Gioacchino Murat incluse il Tenente avellinese meritevole della Medaglia di Sant’Elena. La stessa onorificenza fu concessa al Primo furiere Sebastiano Brusciano e al Luogotenente del Reggimento Real Còrso e 6° di Linea Luigi Griffo, così come al soldato Modestino Ficca, un veterano della prima ora, partecipe di tutti i fatti d’arme succedutosi dal 1792 al 1815 nel citato 6° di Linea. Ancora altri avellinesi furono premiati per il loro servizio: il fantaccino Domenico Guerriero, del III Reggimento Fanteria ed il caporale del III Reggimento di Linea Giuseppe Iacobelli, ricordati da Napoleone I con la Medaglia di Sant’Elena. Una pagina drammatica rimane quella che interessò un giovane e brillante avellinese, il Capitano degli Usseri Modestino Pionati (1785 -1812), fratello dello storico Serafino, il quale fu inghiottito nella disastrosa ritirata della Beresina durante la sanguinosa e gelida campagna di Russia, luogo ampiamente tratteggiato dalle pagine del Tolstoj nel suo grande e immortale romanzo e riproposto nelle attuali dolorose immagini televisive. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Andrea Massaro Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Pippo Mezzapesa, il ... Articolo Successivo Simona Aufiero, la b...