Di Loredana Zarrella Cultura, Spettacolo cinema, cultura, vocazione territoriale, xd magazine 25 febbraio 2017 Lo ricordiamo per essere stato il secondo socialista, dopo Giuseppe Sagarat, a ricoprire la carica di presidente della Repubblica ma, soprattutto, come il presidente di tutti in un periodo storico di particolare turbolenza, segnato dal rapimento e dall’omicidio di Aldo Moro, dalle stragi di Brescia, di Piazza Fontana a Milano, della Stazione di Bologna nel 1980. Lo ricordiamo, in modo particolare, per quell’appello – «Fate presto» – che pronunciò dopo aver visitato le zone del rovinoso terremoto in Irpinia. Ma la figura di Sandro Pertini è molto altro. Parte dalla sua esperienza di combattente per la libertà, da giovanissimo, quando per il suo impegno antifascista venne incarcerato e costretto all’esilio. A ricostruirla ci ha pensato Giambattista Assanti con il suo film “Il giovane Pertini”, prodotto dalla Genoma Films. È il periodo meno conosciuto della sua vita a essere tratteggiato in questa produzione, come conferma il regista di Mirabella Eclano, già noto al grande pubblico grazie al grande successo del film “Ultima fermata”, candidato ai David di Donatello 2016: «Il film ripercorre gli anni giovanili di Sandro Pertini, dal 1929 al 1943. Ricordiamo che dal 1929 fu incarcerato a Santo Stefano, precisamente il 28 dicembre del ‘29. Sono anni di prigionia e confino. Sarà liberato solo nell’agosto del 1943 dopo la caduta del fascismo». Co-autore della sceneggiatura, insieme ad Assanti, Stefano Caretti, presidente del Centro Studi “Sandro Pertini” di Firenze. Il progetto filmico muove da un soggetto dello stesso Assanti, scritto insieme a Paolo Rossi che, oltre a essere il produttore, «ha anche interpretato in maniera sorprendente il ruolo di Arnaldo Rimini – spiega Assanti -, un ebreo, amico di Sandro Pertini, che scappò in America alla vigilia delle emanazioni delle leggi raziali». Nel ruolo del giovane Pertini l’attore Gabriele Greco. Nel film, la cui prima parte è stata girata in Irpinia, altri attori di spessore: Dominique Sanda nel ruolo di Maria Pertini, Cesare Bocci nel ruolo di Adriano Olivetti, Gaia Bottazzi interpreta Matilde Ferrari, Silvia Traversi nel ruolo di Antonietta, badante di Maria Pertini; e poi ancora Michele Cosentini nelle vesti di Padre Lorenzo, Antonio Pisu nella parte di Marcello Sgro, un crudele gerarca fascista che fece di tutto per bocciare la domanda di grazia scritta da Maria Pertini (scena, questa, girata al castello di Taurasi); Stefano Caretti è invece l’avvocato Perotto che scrisse la domanda di grazia da parte dei compagni francesi di Pertini perché Maria Pertini la firmasse in riferimento alle cattive condizioni di salute del figlio. «In questa prima parte del film – commenta Assanti -, abbiamo raccontato il rapporto più tormentato e doloroso tra madre e figlio mentre nella seconda parte, che gireremo tra marzo e aprile, a Bologna, Firenze e Procida, andremo a raccontare il carcere e i luoghi di confino». C’è una bella e corposa parte per l’Irpinia nella pellicola. Le prime scene sono state girate a Montefusco, nel giardino di palazzo Ruggiero e in alcuni vicoletti, e a Taurasi, all’interno del castello. Altre sono previste, e ancora da girare, a Montefredane. «Abbiamo raccontato finora l’inverno del film – continua Assanti -; quindi avevamo bisogno, come location, di paesi piccoli che però potessero somigliare molto a Stella, in Liguria, che è il paese natio di Sandro Pertini, dove invece andremo a girare solo nella casa museo. Taurasi, Montefredane e Montefusco verosimilmente sembrano somigliare a paesaggi di montagna liguri». «Tra le altre cose – afferma il regista irpino – abbiamo ottenuto la possibilità di girare con maggior calma per bloccare strade, oltre alla collaborazione e alla complicità della gente del posto, cosa che nelle grandi città non avviene così facilmente. È sempre bello poter dire che nel film che racconta la storia di Sandro Pertini c’è anche un pezzo dell’Irpinia» . Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Loredana Zarrella Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente “Il Fazzoletto... Articolo Successivo Eustachio Frongillo,...