Di Barbara Ciarcia Persone, Territorio 21 ottobre 2021 Dalla Rai a Canale58. Fedele a San Martino Valle Caudina e all’Inter Ha avuto il dono raro dell’umiltà, qualità in via di estinzione nel mondo del giornalismo. E lo sguardo lungo sui fatti, nonostante la miopia. Il pregio di un’umanità che non c’è più in un ambiente di lavoro sempre più cannibalizzato da fake social hater e hacker è stata la sua cifra distintiva. Il valore aggiunto a una personalità dotata di un’onestà intellettuale, di una cultura profonda che lo hanno distinto dalla massa. E di una sensibilità fuori dal comune per le notizie da ogni angolo del pianeta. Ogni mattina, fino all’ultima della sua vita terrena, ha letto la mazzetta dei quotidiani compresi quelli stranieri. Un modo, sicuramente originale, per tenersi non solo informato quanto allenato alla curiosità e alla notizia. Non gli è sfuggito mai nulla, neppure una breve. Gianni Raviele, il direttore per eccellenza per chi come me anni addietro ha avuto l’onore e la fortuna di averlo alla guida della redazione della storica emittente televisiva di Ariano Irpino, Canale58, è stato innanzitutto un maestro di giornalismo e di ‘savoir faire’. Mai prono al potere piuttosto sempre critico verso una classe politica mediocre e arraffona. Fine intellettuale, giornalista raffinato e insuperabile, talent-scout perspicace e profetico (è stato Raviele ai tempi della Rai del presidente Biagio Agnes a scoprire Vincenzo Mollica). Caudino fino al midollo: ha fondato la Pro Loco nella sua San Martino. Ed è qui negli anni d’oro della militanza giornalistica a viale Mazzini che ha organizzato eventi e spettacoli memorabili facendo assurgere il remoto borgo caudino a epicentro culturale d’Irpinia e del Mezzogiorno d’Italia. Ha praticato, fin quando le forze fisiche glielo hanno consentito, la religione del lavoro con servizievole umiltà. Spirito francescano e fede interista. Al direttore Raviele, mite e riservato per natura, non sarebbero affatto piaciuti ‘coccodrilli’ o sermoni celebrativi post mortem. Un ricordo della sua autorevole e poliedrica persona, e della sua indiscussa professionalità giornalistica votata all’approfondimento e all’obiettività dell’informazione, è quanto mai doveroso. E’ stato un esempio innanzitutto per chi come me a suo tempo muoveva i primi passi nel giornalismo televisivo che è altra cosa dalla carta stampata. Direttore, perché è così che l’ho sempre chiamato, ti ricorderò assorto dietro la macchina da scrivere a cucinare la scaletta del telegiornale in una stanza senza orpelli e titoli appesi alle pareti in fondo alla redazione di Canale58 dove hai allevato una generazione di cronisti che ti saranno grati a vita per gli insegnamenti che hai dato soprattutto coi tuoi modi garbati ed eleganti. “Ciao direttore, a presto”. E’ così che ci siamo lasciati quando mi hai telefonato due anni fa per esprimere la tua sincera solidarietà quando sono stata minacciata di morte solo per aver fatto il mio dovere di giornalista a servizio della cronaca locale, proprio come tu mi hai insegnato a fare. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Calitri la Positano ... Articolo Successivo FD Nautica al Mets T...