Di Valerio Massimo Miletti Luoghi, Territorio cantine, Feudo Apiano, vino, vocazione territoriale, xd magazine 15 dicembre 2017 Feudo Apiano è un’azienda che affonda le sue origini negli anni ’80, quando i nonni degli attuali proprietari iniziarono a coltivare dei terreni di proprietà a Lapio. Poi i coniugi Colella-Silano dettero vita nel 1996 ad una vera e propria azienda agricola, iniziando ad effettuare una coltivazione professionale. Ma è con Angelo Silano, nel 2011, che inizia l’avventura vera e propria dell’Azienda Feudo Apiano. Con studi specifici, e dopo un’esperienza anche nella sede di Parigi del Gruppo Italiano Vini (GIV), Angelo che è enotecnico, tecnologo alimentare, nonché laureato in agronomia, utilizza i suoi studi per seguire l’azienda con passione, curandone tutte le lavorazioni, dalla coltura alla vinificazione. I terreni sono situati nei comuni di Lapio e Taurasi, due comuni irpini simbolo del vino, in Italia e nel mondo. Hanno un’estensione di circa quindici ettari e vi si coltivano uve Fiano ed Aglianico, ma anche ulivi, castagni e noci. Sono posizionati ad altitudini differenti tra loro. Il versante di Taurasi si trova all’incirca sui 400 metri s.l.m., mentre quello di Lapio a circa 550, con eccezione della vigna di contrada Arianiello – dove si produce un cru Fiano che descriveremo più avanti – situata a circa 600 metri di altitudine. Quest’ultima ha un requisito particolare: ha un terreno caratterizzato dalla presenza di pietra pomice e lapillo vulcanico, a causa delle eruzioni del Vesuvio, di cui l’ultima avvenuta nel 1944, che portò la sua nube di ceneri e lapilli fin nella nostra provincia. Questa specificità dei vari terreni ha fatto si che nascesse l’idea di ottenere uve e vini con caratteristiche differenti, che fossero espressione differente del territorio, nel gusto e nell’aroma. Oppure vini diversi pur provenendo tutti dallo stesso tipo di uva. Il risultato, infatti, è dei migliori e garantito da procedimenti seguiti personalmente dalla famiglia Silano, che vinifica in maniera completamente naturale e biologica, nel rispetto della tradizione e dell’ambiente. Hanno scelto di abolire la classica concimazione organica e praticano il sovescio – ovvero la pratica di interrare apposite colture per fertilizzare il terreno – e la trinciatura. Vengono utilizzati lieviti indigeni, piuttosto che quelli selezionati, e ove è possibile, vengono preferite, al posto di quelle di rovere francese, botti in castagno realizzate con legno proveniente dai boschi locali. Anche la natura fa il suo corso, con estati assolate ed inverni freddi, con notevoli escursioni termiche in autunno, che consentono alle uve una lenta maturazione. La vendemmia avviene prevalentemente ad ottobre per il Fiano e fino ai primi di novembre per l’Aglianico, ma mi precisa Angelo che quest’anno sarà un po’ anticipata. La produzione dei vini, infatti, prevede un Fiano di Avellino cru “Vigna Arianiello” DOCG, affinato sei mesi in bottiglia, che presenta note esotiche, di pesca e frutta gialla; un Fiano di Avellino DOCG, affinato due mesi in bottiglia, dal colore giallo paglierino, che presenta all’olfatto un bouquet di fiori freschi, mela e pera che si evolvono in nocciola tostata. E ancora, un Campania Fiano IGT, affinato un mese in bottiglia, con note di fiori e frutta fresca, che si abbina bene a primi piatti, carni bianche e pesce; un Taurasi DOCG, affinato 36 mesi in barriques di rovere e 12 mesi in bottiglia, che all’olfatto rilascia profumo di viola selvatica e un mix di spezie (al momento, tuttavia, è in commercio quello del 2009 con ben 9 anni di invecchiamento!); un Irpinia Aglianico DOC, affinato nove mesi in botti di castagno e nove mesi in bottiglia, con sentori di mora e amarena; un Campania Aglianico IGT, affinato un mese in bottiglia, dal colore rosso rubino e che si abbina bene a formaggi, salumi, zuppe e minestre; ed infine lo spumante 7 Filari Brut VSQPRD (acronimo che sta per vino spumante di qualità prodotto in regione determinata), ottenuto con metodo classico da uve Fiano al 100% selezionate già in vigna, affinato quaranta mesi in bottiglia, e chiamato così perché proviene soltanto da sette filari omogenei dei vigneti di famiglia, aventi tutti la stessa caratteristica e giudicati ideali per ottenere un ottimo risultato. Occasionale, invece, la produzione di un Fiano di Avellino DOCG 7 Filari, ottenuto da una vendemmia tardiva delle uve utilizzate per la produzione dello spumante, caratterizzato da profumi intensi di frutta matura. Ma la produzione di Feudo Apiano contempla anche degli ottimi oli extravergini di oliva. Un monovarietale di Ravece, ottimo per condire cibi a crudo, zuppe, arrosti, bruschette; un monovarietale di Marinese, adatto per insalate, stufati e sughi di lunga cottura; ed un Armonico, mix di vari tipi di olive, quali Ravece, Ogliarola, Marinese e Nostrale, che va bene su ogni cosa ma si abbina meglio a zuppe delicate, carpacci ed insalate, risultando piuttosto dolce e mai piccante. Molti i riconoscimenti ed i premi ottenuti dai prodotti dell’Azienda. Nel 2011 i 3 Cornetti nella guida dei vini campani con il Fiano di Avellino, e sempre nel 2011 1° classificato per l’olio di Ravece al concorso oleario nazionale XI Premio Tricolle; nel 2012 con il Fiano di Avellino DOCG, Oscar del Vino Berebene della guida Gambero Rosso, Due Bicchieri sia per il Fiano che per il Taurasi nella guida Vini d’Italia sempre del Gambero Rosso. Nel 2013 altro ottenimento dei 3 Cornetti nella guida dei vini campani per il Fiano di Avellino, inserimento nella guida Slow Wine di Slow Food Editore, confermata anche per l’anno 2014. L’Azienda, ovviamente, partecipa alle maggiori fiere del settore, quali Vinitaly, ProWein, Radici del Sud – Salone dei vini e degli oli meridionali – e VitignoItalia, nonché ad altre manifestazioni dedicate al mondo del vino. E’ possibile effettuare delle visite guidate presso la Cantina ed i vigneti, con illustrazione dei metodi di coltivazione e degustazione dei prodotti; l’accoglienza è offerta presso il punto vendita dell’azienda. Alto il target della produzione, e i vini Feudo Apiano si trovano solo presso un numero ristretto di enoteche e di ristoranti di grande prestigio. Molto apprezzati anche all’estero, sono esportati prevalentemente negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Germania, in Francia ed in Polonia. In ultimo, assolutamente da segnalare, l’iniziativa “Aperifiano”, che è il primo wine truck irpino. Si tratta di un’Ape Car bianca che porta in giro i prodotti irpini per la Campania. Presentato in agosto scorso al Fiano Love Fest, ha riscosso da subito la simpatia e l’ammirazione per l’originalità dell’idea. Disponibili non solo gli ottimi vini della Casa, ma anche cocktails alcolici ed analcolici, bevande alla frutta, tutto rigorosamente biologico. Il wine bar mobile, fornito di bancone, è adatto a qualsiasi tipo di manifestazione o festa, anche privata, e si presenta come un progetto davvero innovativo ed unico nel suo genere. Non ci resta che augurare ad Angelo Silano e alla sua azienda, i migliori risultati e soddisfazioni sempre maggiori, in omaggio ai suoi nonni ed in particolare al nonno Angelo che era solito ripetere che “il buon vino si ottiene in vigna”, motto che il nipote ha fatto proprio e che ispira ogni sua azione e la conduzione dell’azienda. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Valerio Massimo Miletti Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Rodia, l’irpino che ... Articolo Successivo Antonio Villano: ...