Di Valerio Massimo Miletti Luoghi, Territorio cantine, territorio, vocazione territoriale, xd magazine 4 marzo 2017 Non è vero che il mondo del vino sia appannaggio solo degli uomini. Ecco un altro brillante esempio di come una donna possa egregiamente portare avanti un’azienda vinicola. Succede ancora in Irpinia, a Cesinali, con I Favati. La protagonista è Rosanna Petrozziello che quasi per caso si è trovata a dirigere un’attività vitivinicola, dopo essere entrata in possesso di alcuni terreni particolarmente adatti alla coltivazione della vite. Il tutto parte alla fine degli anni ’90 con i primi impianti. E dopo i primi terreni, eccone arrivare altri, sempre in località di prim’ordine, riconosciute DOCG – tra acquisizioni e conduzioni – come Venticano, Tufo, Montefredane, Atripalda, San Mango sul Calore, fino a giungere ai circa 16 ettari attuali, con produzione dei classici, Aglianico, Taurasi, Fiano, Greco. La signora Rosanna, partita da tutt’altro lavoro e praticamente astemia, gestisce l’azienda di famiglia, in collaborazione col marito, Giancarlo Favati ed il cognato Piersabino, che curano tutti gli aspetti della produzione e della commercializzazione dei prodotti, coadiuvati dall’esperienza e dalla competenza di un enologo come Vincenzo Mercurio. Il punto di forza è la qualità, vera e propria filosofia aziendale, con una produzione di circa 100.000 bottiglie all’anno di cui una notevole percentuale destinata al mercato estero. I vini dell’azienda sono particolarmente presenti negli Stati Uniti (a Los Angeles, San Francisco e Seattle), nel Regno Unito, in Svizzera e addirittura in Nuova Zelanda. La produzione, dicevamo, abbraccia tutte le tipologie di vini irpini a denominazione di origine controllata e garantita (ben tre) e quindi I Favati producono un Taurasi DOCG Terzotratto, affinato per circa tre anni, che ben si abbina ad arrosti, selvaggina e sughi di carne rossa; un Taurasi DOCG Terzotratto etichetta bianca, più pregiato, che subisce un affinamento che arriva ai quattro anni; un Aglianico Cretarossa Irpinia Campi Taurasini DOC con un affinamento di circa due anni, abbinabile ugualmente ad arrosti, selvaggina, formaggi stagionati e salumi; un Fiano di Avellino DOCG Pietramara, imbottigliato tra maggio e giugno e non filtrato, da abbinare bene con cucina mediterranea a base di pesce; un Fiano di Avellino DOCG Pietramara etichetta bianca, realizzato con la criomacerazione, affinato un anno in bottiglia ed imbottigliato tra luglio e settembre. La criomacerazione è un processo successivo alla pigiatura e che precede la fermentazione; prevede che il mosto e le bucce restino a contatto per 12-24 ore raffreddate ad una temperatura variabile tra i 5 e gli 8° in modo che possano essere estratti gli aromi primari dell’uva presenti nella parte interna della buccia, ottenendo vini più intensi e fruttati. Dopo questa breve precisazione, proseguiamo con la produzione e citiamo ancora un Greco di Tufo DOCG Terrantica sempre imbottigliato tra maggio e giugno e non filtrato; un Greco di Tufo DOCG Terrantica etichetta bianca che segue lo stesso procedimento del Fiano etichetta bianca e si abbina perfettamente a piatti raffinati di pesce, carni bianche, formaggi semistagionati. Si aggiungono due spumanti, il Cabrì, prodotto con uve Fiano al 100% e metodo Charmat quattro mesi sui lieviti e affinamento di due mesi in bottiglia, e un Cabrì etichetta bianca, sempre con uve Fiano, metodo Charmat sei mesi sui lieviti e affinamento di due mesi in bottiglia, ottimo a tutto pasto ma soprattutto per aperitivi di crudo di pesce. Il metodo Charmat, detto anche Martinotti, prevede una seconda fermentazione del vino in grandi contenitori pressurizzati detti autoclavi, e ciò permette di ottenere vini con caratteristiche note fruttate ed ha trovato, nel tempo, larga diffusione in quanto più idoneo alla produzione di spumante, utilizzando vitigni aromatici. A completare la produzione, infine, troviamo quattro grappe, la Grappa Braione, distillata con le vinacce del Fiano Pietramara, la Grappa Braione Riserva, ottenuta con lo stesso procedimento della precedente ma invecchiata 18 mesi in botte, dopo la distillazione; ancora, una Grappa del Campo, ottenuta con la distillazione delle vinacce dell’Aglianico Cretarossa, ed infine la Grappa del Curato, distillata con le vinacce del Greco di Tufo Terrantica. I prodotti hanno tutti un target medio-alto e si rivolgono ad una clientela sofisticata ed esigente; non sono presenti nella grande distribuzione, ma solo in enoteche ben fornite e ristoranti di un certo prestigio. La Cantina I Favati, ovviamente, partecipa al Vinitaly e alle altre importanti fiere di settore come Pro Wine di Dusseldorf o i Saloni del Vino a Bordeaux. Ha ottenuto nel tempo diversi premi e riconoscimenti, come i 5 Grappoli della Guida Bibenda per Fiano e Greco, o i 3 Bicchieri della notissima guida specializzata Gambero Rosso, per il Fiano, o ancora Vini d’Italia Le guide de l’Espresso; più recentemente, nel 2016, sulla guida Berebene del Gambero Rosso, l’oscar qualità/prezzo per il Greco di Tufo Terrantica 2014. E’ possibile effettuare degustazioni in cantina, meglio se su prenotazione, e per ospitare ancor più adeguatamente i clienti e coccolarli, l’azienda ha predisposto un’accogliente struttura, il B&B Villa Carolina (omaggio alla signora Favati, suocera di Rosanna), con un’ampia sala per la degustazione e la vendita dei prodotti. La struttura ha cinque camere ed è pronta ad accogliere gli eno-turisti che sempre più numerosi arrivano in Irpinia, magari dopo aver assaggiato i vini al ristorante. E’ quindi il vino a fare da traino, perché l’Irpinia ha tanto da offrire, incantando i visitatori con i suoi paesaggi, i suoi castelli e i suoi monumenti. Complimenti, quindi a Rosanna Petrozziello e a tutti i suoi collaboratori, per il grande successo ed il grande lavoro che c’è a monte, ringraziandola per la sua preziosa missione e augurandole affermazioni sempre maggiori. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Valerio Massimo Miletti Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Giuseppe Bruno: “Con... Articolo Successivo Gesualdo e il castel...