Di Tancredi Di Cecilia Cultura, Poesie 7 aprile 2023 Il Padreterno autore del creato s’accorse che qualcosa era sbagliato, ed anche se il suo cuor non lo ammetteva, l’errore si chiamava Adamo ed Eva. Sti due, che non son stati mai bambini, nati da creta e, quindi, due cretini, appena arrivan sul pianeta terra insegnano ai bambini a farsi guerra. Perciò il Signore, con giusta lezione, mandò quaggiù un terribile acquazzone, più forte d’ogni forte temporale, chiamato, ahimè, “diluvio universale”. Noè con prole, fauna e quattro gatti si salvò in arca rispettando i patti. Passaron gli anni e più generazioni fra liti, peccatucci e ammonizioni. Sol per invidia, e sol per il possesso di beni, ori, di potere e sesso, con sentimento egoistico e crudele si progettò la torre di Babele. Ma Lui, che osserva sempre e muove tutto, l’audace torrion volle distrutto. Fu all’or che cominciò la confusione tra razza, ceto, lingua e religione. Ma Iddio non si faceva una ragione sui frutti scarsi della punizione; sembrava sempre giusto l’ intervento, ma non sortiva un vero cambiamento, e, per timore di peggioramento, un dì fece tra sé un ragionamento: Adesso scendo io personalmente per dire al mondo e a tutta la sua gente che non è mai un pensiero troppo audace amarsi nel perdono e nella pace. PRIMA DI PASQUA Con un vagito, un bue e un asinello prese l’ inizio un noto ritornello che canta un parto soprannaturale in una grotta, il giorno di Natale ed al Bambino dall’umana pelle si dedicò” Tu scendi dalle stelle.” Bellissimo, col fisico da attore apparve in mezzo a loro il Redentore che ad una festa, ancora ragazzino, l’acqua mutò in spumeggiante vino, e gli invitati per la sua virtù sorpresi esclamarono “ Oh Gesù…! ” Quel vino sembra fosse Cabernèt e il fatto fece scoop su Internèt. Le folle le affrontava senza sciabola usando solamente la parabola. Quanta pubblicità su ogni rivista perché ad un cieco restituì la vista! Viral fu la notizia, vera bomba, di Lazzaro risorto dalla tomba, o quella di due pesci e quattro pani capcaci di saziar mille cristiani. Lui diffondeva pace e carità, guai a chi lo chiamava “Sua maestà,” ma infastidì il partito del potere che con le sue teorie potea cadere. E VENNE PASQUA Una soffiata di un amico spia al suo Calvario spalancò la via. Così gli ignorantoni Farisei, politici coi loro falsi dei, temendo assai gli effetti dell’amore portarono in giudizio il Salvatore, ed il popolo gridò come in un sabba “A morte Cristo e libero Barabba.” Lui lo sapeva e pianto avea nell’orto, sapea che il troppo amore era il suo torto, che in nome dell’amor sarebbe morto, e che sarebbe a Pasqua, poi, risorto. Può esserci uno strazio ancor più atroce di mamma mentre guarda il figlio in croce? Per qual motivo o cause mai risolte San Pietro rinnegò il Messia tre volte? Le mani sporche di sangue e peccato son state solo quelle di Pilato? E, a qual tormento mai, può esser pari vender l’amico per trenta denari? A tanti anni da quel triste evento non c’è mai stato un netto cambiamento. Cristo, Kalì, Budda oppur Maometto, scusatemi se in fondo mi permetto, si usan come fossero un bastone in nome della giusta religione. Perciò di cambiar niente alcun s’illuda fin quando in mezzo a noi si annida un Giuda; ma, se può farci stare meno male, ben venga la domenica Pasquale. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Tancredi Di Cecilia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente ANDY WARHOL INCANTA ... Articolo Successivo Grafologia e “Crimin...