Di Annamaria Di Paola Cultura, Spettacolo cultura, Irpinia, teatro, vocazione territoriale, xd magazine 20 aprile 2017 Uno sguardo attento al passato per imparare «da quanti rimarranno unici nella storia del teatro e dell’arte italiana come Massimo Troisi, Lello Arena, Eduardo De Filippo». È il segreto della compagnia teatrale «I Cardi». Ce ne parla Aniello Pisano, ventisette anni, presidente del gruppo. Tutto ha inizio nel 2003 quando tre amici, Aniello, di soli quattordici anni, Alessandro De Stefano e Michele Antonio Santoro (entrambi di sedici anni) cominciano a fare cabaret. «Aprivamo spettacoli di tutti tipi in giro per la Campania – dichiara Aniello e prosegue – poi gradualmente siamo cresciuti, abbiamo studiato, lavorato e iniziato a recitare. Oggi siamo una Compagnia che conta quattordici attori e con un’età media che si aggira sui ventitre-ventiquattro anni. Il più grande di noi, Alessandro, compie trent’anni il prossimo agosto. Quest’anno è di scena la prima opera scritta dallo stesso Aniello e da Giovanna Pacelli dal titolo “Ci risiamo”. Spettacolo proposto agli istituti scolastici di Solofra per «parlare di giovani ai giovani». Cita parole di papa Giovanni XXIII il presidente del gruppo. Un team «affiatato che lavora e si diverte insieme. Siamo una famiglia, ci vediamo anche fuori il contesto lavorativo e questo aspetto è centrale, vincente per noi. Anche se qualche volta come è naturale che sia c’è qualche increspatura, chiariamo subito e tra noi non rimane alcun rancore». Un fiume in piena il giovane ventisettenne che nella vita ordinaria esercita un altro lavoro come pure gli altri della compagnia. Tutti si ritrovano poi nei fine settimana fino a tarda sera per fare le prove, studiare e prepararsi per andare in scena. Un gruppo giovane che però con l’opera “Ci risiamo” vuole trasmettere ai ragazzi «che non riescono più a ritrovarsi per un calcio al pallone tra le strade dei nostri quartieri – prosegue Aniello – di alzare lo sguardo oltre i monitor dei dispositivi elettronici e scoprire e coltivare passioni e talenti. Vogliamo dire alle nuove generazioni di cui anche io faccio parte che ci sono cose reali, tangibili per cui vale la pena spendersi. Cerchiamo di trasmettere il messaggio bello che è la ricerca dentro di sé di ciò che piace per poi coltivare il proprio talento e la propria attitudine». Per hobby o per professione conta poco. Ciò che è importante è restituire ai giovanissimi la consapevolezza che esiste un mondo “altro” da quello virtuale che può dare maggiori soddisfazioni e far «divertire sul serio perché quando recitiamo, noi attori, ci divertiamo». I grandi maestri alle spalle. Una scelta doverosa per la famiglia de «I Cardi». «Troisi è un fuoriclasse del teatro, del cinema, dell’arte italiana e internazionale. Come lui non ce ne sono al momento sul panorama italiano. Lui, Eduardo e aggiungo Totò sono figure che nascono una sola volta. Sono unici. Hanno creato tutta una vita artistica e pubblica mettendo in scena la loro persona. Cioè quello che avevi modo di seguire a teatro erano tratti della propria vita. Sono inimitabili e noi – ci racconta Aniello – non vogliamo affatto imitarli. Semplicemente sono il nostro esempio, i nostri idoli, i maestri da cui imparare. Quello che facciamo è reinterpretare alcune opere». Un grande successo infatti ha registrato negli anni scorsi la rivisitazione tutta riadattata dalla regia dei Cardi di «Natale in casa Cupiello», «Filumena Marturano», «Io non pago». Parte della FIDA (Federazione Italiana Teatro Amatori), «I Cardi» prende il nome dai ricci delle castagne dei boschi irpini. La Compagnia è stata anche protagonista nell’ambito del progetto editoriale e filmico «Francesco esempio di vita» del regista RAI Giuseppe Falagario, dove nel ruolo del poverello d’Assisi «vediamo recitare il giovane Alessandro De Stefano ed altri componenti di questo bellissimo ed affiatato gruppo». Giunta ad un punto cruciale dell’esperienza teatrale amatoriale, la Compagnia decide di costituirsi ufficialmente Associazione indipendente nell’agosto del 2016. I motti che gli attori hanno sempre in mente sono presi direttamente dal grande Eduardo, «Con la tecnica non si fa il teatro. Si fa il teatro se si ha fantasia» e di San Giuseppe Marello, «Quando la meta è fissa, caschi il mondo, bisogna guardare là e sempre là». Altre realizzazioni proprie del gruppo sono «La Divina Commedia Comica», «Il Canto di Natale», «Quando Solofra aspetta il Natale», «E mo’ vene Natale!», «Di scena oggi….’e pazz!», «Il Viaggio dei Magi» e «La promessa degli sposi». Grande successo poi per la terza edizione della Rassegna del Teatro amatoriale di Solofra, ideata e messa a segno dalla squadra di lavoro. Si tratta di una manifestazione estiva che spinge forte i motori del teatro solofrano. Quel che rimane dell’incontro con Aniello Pisano è il compiacimento per il dato che da qualche parte, in Irpinia, ci sono quattordici giovanissimi che si ritrovano fisicamente intorno ad un tavolo e poi su un palco, per cimentarsi, sperimentare, dar sfogo di sé. Della parte migliore, di quella più remota, sensibile, preziosa. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Annamaria Di Paola Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente L’Istituto d’Istruzi... Articolo Successivo Il Seme del Dubbio. ...