Di Barbara Ciarcia Persone, Territorio 17 maggio 2021 L’avvocato di Mirabella Eclano che scagiona presunti stalker racconta la sua strategia vincente. “Assolto con formula piena perché il fatto non sussiste”. L’articolo 612 del codice penale le rimbomba ancora nelle orecchie. Ma è un’eco deliziosa, attesa da quattro anni, che le sono parsi lunghi quanto una vita. E lei, Cinzia Capone, avvocato di Mirabella Eclano e mamma di tre bambini alle prese con la DaD e con una serie di cause in difesa di uomini e donne vittime di violenza di genere, ha dedicato la sua vita a ribaltare sentenze, scarcerare presunti colpevoli, fino a prova contraria (sic!), e riabilitare indagati per stalking e molestie. La giustizia è la sua passione al pari della famiglia. L’ingiustizia, al contrario, la sua ossessione. “Ho seguito per quattro anni una causa che sembrava persa – spiega l’avvocato eclanese – col rischio, serio, che l’indagato, un operaio di Pietradefusi, fosse condannato per stalking. Invece, nonostante l’uomo avesse qualche precedente specifico, è stato assolto con formula piena. È stato un successone per me inatteso”. È stato un caso assai importante per il legale che coniuga brillantemente l’attività forense a quella di mamma di tre pargoli. Cinzia Capone mette l’anima in quello che fa, e alla fine porta sempre a casa il risultato di un impegno professionale che non conosce soste e risparmio energetico. Lei è fatta così. Tenace e determinata. “E non potrebbe essere altrimenti – esclama la giovane professionista – bisogna sempre credere in quello che si fa”. E lei ha creduto, da subito, nella innocenza di uno dei suoi ultimi clienti indagato per stalking dopo una serie di denunce della ex amante avellinese. In realtà il giovane operaio di Pietradefusi, scagionato definitivamente da ogni capo di accusa, era vittima di un inganno sentimentale architettato dalla donna che prima lo attirava in trappola con messaggini e chiamate hot poi invece lo accusava di persecuzione e molestie sessuali. “Nel processo – incalza sempre Cinzia Capone – sono riuscita a dimostrare la sua assoluta innocenza. In verità lui era perseguitato dalla sua ex amante che lo pressava con messaggi e inviti espliciti presso la sua abitazione”. Quando le donne da vittime diventano carnefici. E l’avvocato Capone è riuscita a smascherare e inchiodare alle proprie responsabilità un’abile truffatrice sentimentale. Abile al punto da fingere di essere psicologicamente terrorizzata dall’uomo che lei invece adescava puntualmente con messaggi e chiamate. “Sono riuscita a ottenere che l’accusato di stalking – conclude Cinzia Capone – fosse trasferito dall’azienda irpina per cui lavora in Sardegna. Qui, finalmente lontano dal suo territorio e da eventuali tentazioni, si è rifatto una vita. Ma non è stato affatto semplice convincerlo a trasferirsi lì. Ho dovuto essere ferma e netta: era la strategia migliore per ottenere la sua completa riabilitazione”. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente IRPINI DELLA CAPITAL... Articolo Successivo LA TORRE NORMANNA DI...