Di Barbara Ciarcia Storia, Territorio 17 settembre 2021 Profilo da cartolina per la roccaforte della Valle dell’Ofanto CALITRI HA UN TOPONIMO DI ORIGINE INCERTA E UN PROFILO DA CARTOLINA. È ANNOVERATA TRA LE QUARANTASEI CITTÀ ITALIANE DELLA CERAMICA. SECONDO UNA PRIMA IPOTESI IL NOME DELLA POSITANO D’IRPINIA, COSÌ RIBATTEZZATA PERCHÉ SOMIGLIA MOLTO ALLA CELEBERRIMA LOCALITÀ COSTIERA. Le prime tracce della presenza umana nel territorio di Calitri risalgono al Neolitico, cui appartengono alcuni utensili in selce levigata conservati presso il museo irpino di Avellino. Tuttavia diventa un vero e proprio insediamento urbano solo a partire dal XIII secolo. Nel periodo medioevale, Calitri è uno dei tanti centri sottoposti all’amministrazione longobarda prima e normanna e sveva poi. Durante la dominazione normanna, il feudo di Calitri venne affidato ai Balvano, mentre sotto il regno di Federico II di Svevia appartenne al regio demanio. Nel 1304 Calitri passò ai Gesualdo, principi di Venosa che ne ebbero il possesso per tre secoli. Con i Gesualdo, Calitri conobbe la sua epoca d’oro e l’antico castello venne trasformato in una sontuosa dimora signorile. Dopo i Gesualdo, Calitri passò ai Ludovisi che, nel 1676, lo cedettero alla famiglia Mirelli. Durante il terremoto del 1694 il castello di Calitri fu completamente distrutto e morì il principe Mirelli. I superstiti della famiglia Mirelli optarono per l’abbandono dei ruderi in cima alla collina ricostruendo il palazzo baronale più a valle. Dopo l’unità d’Italia la storia di Calitri si confonde con quella di tanti altri centri dell’Italia meridionale: brigantaggio, emigrazione, latifondismo baronale, lotte per la spartizione della terra. ph. Giovanni Bocchino Nel giugno 1910 e nel luglio 1930 dei sismi di notevole magnitudo colpirono Calitri; nella prima guerra mondiale Calitri diede un notevole contributo alla causa nel 1915 e nel 1918, nel 1924 eressero una Vittoria Alata che ricorda le 120 vittime del conflitto. Nel febbraio 1941 è stata teatro dell’operazione Colossus. Nel 1943 arrivarono le truppe tedesche che distrussero molti ponti tra cui quello sull’Ofanto. L’8 settembre, giorno in cui si celebra la natività della Beata Vergine Maria (giorno di festa per i calitrani), una radio annunciò che l’Italia aveva chiesto l’armistizio: i calitrani pensarono alla fine della guerra, ma a Calitri si combatterà, comunque, una battaglia contro i tedeschi in ritirata. La mattina del 29 settembre dello stesso anno, dei facinorosi si rivoltarono e malmenarono l’allora sindaco conte Salvatore Zampaglione e l’ex podestà, saccheggiarono lo stesso palazzo e uccisero alcuni componenti della famiglia Ricciardi. Calitri risentì con lieve ritardo anche del boom economico: in quegli anni divenne il più importante centro dell’alta Irpinia grazie al potere attirante dei suoi istituti scolastici. Il sisma del 1980 provocò due morti e l’inagibilità per molti anni di gran parte del centro storico. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Antonio D’Elia... Articolo Successivo Gianni Raviele, maes...