Di Barbara Ciarcia Luoghi, Territorio 3 agosto 2020 Cairano dal greco ‘kairos’, ossia momento giusto o supremo, svetta su uno spuntone calcareo come un arcipelago in mezzo all’oasi WWF di Conza della Campania. Posta ai confini d’Irpinia il borgo vanta un singolare primato: è il più piccolo Comune della provincia. Ma anche quello che ha una popolazione molto anziana e, purtroppo, sempre più risicata. I servizi essenziali sono ridotti all’osso eppure da quassù la gente non se ne va. Resiste alla solitudine, allo spopolamento, alle varie calamità che affliggono il genere umano. Alla fine ci si abitua a tutto. Ammirare però un’alba o un tramonto dalla rupe di Cairano è senza dubbio una meravigliosa e indimenticabile abitudine per chi ha la fortuna ogni giorno di assistere al miracolo della natura. Cairano è così. Restare o lasciare. ph. Fabrizio De Marco Amare ma impossibile da odiare. Lo sanno bene i vegliardi che ricordano ai visitatori che si avventurano da queste parti quando il regista Silvio Siano amico di Camillo Marino, nel 1963, scelse i vicoli del centro storico per girare ‘La donnaccia’. Il cineasta subì il fascino di questo estremo lembo irpino che degrada verso la Lucania, terra di luce intensa e contrasti. E Cairano divenne allora set cinematografico a cielo aperto di una pellicola che a suo tempo suscitò scalpore. Oggi l’attuale amministrazione comunale, diretta da Luigi D’Angelis, dinamico sindaco al terzo mandato consiliare, sta pensando di avviare un progetto di restauro del film di Siano. “Non solo- ha poi spiegato il primo cittadino-, stiamo valutando di approntare un progetto di ampio respiro che punti alla promozione e valorizzazione dei luoghi dove è stata ambientata la storia e di allestire pure un percorso ad hoc”. Strategie di marketing e comunicazione per favorire la sopravvivenza di un borgo che altrimenti rischia l’estinzione. Cultura e paesaggio. Se si vuole invertire la rotta del declino, non solo quello demografico, delle microcomunità appenniniche bisogna aguzzare l’ingegno, mettere in circolo nuove energie. A Cairano, 320 anime, le nascite sono pari allo zero eppure il borgo è attraversato da un’insolita vitalità, da una contagiosa vivacità. I dati sconfortanti stridono col fermento che anima gli abitanti. Il borgo ha origini antichissime, risale all’età del ferro, e guarda con fiducia al futuro. Questa è la vera sfida della sopravvivenza, ai numeri sfavorevoli innanzitutto. Chiusa la scuola ma non la posta che funziona a ranghi ridotti e a giorni alterni. C’è una farmacia, presidio sanitario indispensabile per la popolazione che resiste alle asperità a 813 mslm, e a una distanza considerevole dai maggiori centri abitati. I residenti non cadono nelle tentazioni della modernità. L’età media è molto alta. Questo in fondo è un altro record che annovera Cairano. Chi ha scelto di vivere secondo la filosofia ‘slow’ qui ha trovato il suo regno, il suo epicentro rifuggendo lo stress urbano. Sarà il segreto della longevità. ph. Fabrizio De Marco Cairano è anche un borgo bio, il primo del genere in Irpinia. E un laboratorio artistico sperimentale. Le vecchie e caratteristiche abitazioni del centro sono state convertite già da qualche tempo in residenze creative per accogliere gli artisti che fanno tappa nel borgo, e lo ripopolano, da quando Franco Dragone, concittadino illustre di Cairano e figlio di emigrati in Belgio come molti da queste parti, ha deciso di ritornare alle origini. Dragone è noto nel mondo per essere stato il regista e il direttore artistico del ‘Cirque du soleil’, ed è inoltre un prolifico produttore di spettacoli ammirati, si stima, da quasi 80 milioni di persone. Ebbene, ha scelto di impiantare qui, tra i vicoli silenziosi del paese natale dei genitori, una prestigiosa scuola di formazione teatrale e ogni estate si tengono delle master class con giovani provenienti da ogni angolo d’Europa. Lui è l’esponente, su scala mondiale, di una originale forma di teatro che valorizza la figura attraverso il virtuosismo fisico-acrobatico, l’espressione gestuale e il ruolo della musica e della visualità pittorica abbinati poi alla magia creativa della tecnologia e della scenotecnica contemporanea. Il progetto di Franco Dragone legato al suo territorio e rivolto ai giovani che vivono in un contesto sempre più complesso è piaciuto molto al sindaco D’Angelis che ha colto al volo la proposta per rilanciare l’immagine di Cairano nel mondo. “Così puntiamo anche a un turismo di qualità- ha ammesso infine Luigi D’Angelis-, un turismo che sa apprezzare la bellezza paesaggistica e unica del nostro borgo avvalendoci anche dei social, della rete che oggi sono un’eccezionale vetrina”. Ecco, questa potrebbe essere una buona idea per frenare e contrastare lo spopolamento, e per spezzare l’isolamento di Cairano. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Barbara Ciarcia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Francesco, un ragazz... Articolo Successivo DE MATTEIS AGROALIME...