Di Veronica di Furia Ad un'ora da qui, Lifestyle ad un'ora da qui, lifestyle, vocazione territoriale, xd magazine 24 gennaio 2019 Vette altissime e rocce scolpite dalla natura. Sagome enormi che spiccano tra i paesaggi dell’entroterra lucano. Siamo nel cuore della Basilicata, fra le Dolomiti Lucane, vista la somiglianza con le note cime trentine. Non si può non rimanere affascinati di fronte a questo grande complesso di rocce bianche di natura calcarea, attraversate da gallerie, grotte e conche, formatesi in seguito ai fenomeni carsici che interessano la zona. Le Dolomiti Lucane sono antichissime. La loro nascita, infatti, risale al periodo del Miocene medio, circa quindici milioni di anni fa. Oggi costituiscono un’esperienza unica per stare a stretto contatto con la natura. Le pareti delle rocce sono meta degli appassionati di free climbing; i boschi sotto le alture, invece, sono ideali per lunghe e tranquille passeggiate. Suggestivo è il torrente Rio di Capperino, un affluente del fiume Basento, che ha solcato una gola profonda che divide le Murge di Castelmezzano dalla Costa di S. Martino. Se siete appassionati di trekking, non perdete i numerosi percorsi naturalistici. Due su tutti: il “Percorso delle sette pietre” e il “Percorso narrato”. Il primo è lungo circa 2 km e si sviluppa lungo un antico sentiero contadino che collega i comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano. Il secondo, invece, è contraddistinto da una storia incisa sulle pietre; in ogni tappa una o più opere artistiche ripropongono una sequenza del racconto, con suggestivi effetti sonori. Castelmezzano e Pietrapertosa sono i due comuni a ridosso delle Dolomiti Lucane. Castelmezzano sembra un piccolo presepe arroccato sulle rocce. Le montagne alle sue spalle, scavate dalla pioggia e dal vento, negli anni hanno scatenato la fantasia popolare che le ha nominate con gli appellativi più svariati: “becco della civetta”, “bocca di leone”, “aquila reale”. Particolarmente suggestivo è il centro storico grazie alle costruzioni inserite nella roccia. Qui si ha l’impressione che l’uomo e la natura vivano in un equilibrio perfetto, tanto che il paese è definito città-natura e inserito nel club de “I borghi più belli d’Italia”. Da visitare la chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo con la sua maestosa facciata in stile romanico e rivestita con pietra locale; il Palazzo Ducale dal maestoso portale appartenuto ai De Lerma, ultimi signori di Castelmezzano; i resti del Castello, di probabile epoca normanna. Anche Pietrapertosa fa parte de “I borghi più belli d’Italia”. Gran parte del suo fascino è dovuto alla struttura medievale che è riuscito a non scalfire nel tempo. Vale la pena salire sul castello, fra strade strette e vicoli ciechi. L’antico maniero conserva ancora oggi l’originario nome saraceno “Arabat”. Lo spettacolo di cui si gode da quassù è straordinario, ricco di suggestioni, grazie alla vista su monti, boschi, fiumi, colline, valli. Una visita merita anche la chiesa madre dedicata a San Giacomo Maggiore, dal grande valore artistico. All’interno, infatti, si trovano diverse testimonianze dell’arte lucana risalenti al XV al XVIII secolo, come il “Giudizio Universale” e la “Serie Cristologica” di Giovanni Luce; la “Decollazione del Battista” e una “Madonna del Carmine con Bambino fra i SS. Giovanni Battista e Francesco” di Pietro Antonio Ferro. Da Pietrapertosa è possibile raggiungere Castelmezzano anche imbracati e agganciati ad un cavo di acciaio, ossia attraverso il caratteristico “Volo dell’Angelo”. A questa particolare pratica e alle vite dei due borghi lucani si è ispirato il film “Un Paese Quasi Perfetto” di Massimo Gaudioso. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Veronica di Furia Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente Il baccalà “alla per... Articolo Successivo ARCHEGROUP – C...