Di Zaira Perri Cultura, Spettacolo 15 gennaio 2021 I suoi lavori trattengono e sprigionano attualità, racconti reali e per reali intendo dimensioni regali, narrazioni fiabesche che identificano verità simultanee rappresentando così i suoi mondi femminili. Regine senza tempo, diafane, eleganti, potenti, attuali ma di antichissima poesia nella forma e nella posa. Regine gotiche, meravigliosamente rappresentate da tessuti e dettagli che attraverso una tecnica pittorica realistica e illustrativa. Dettagli identificativi perfettamente rappresentati, senza mai cadere nella pittura fotografica. Lo spettatore osservando le sue opere vive un contatto pittorico fanciullesco di nobile e sincera narrazione di bellezza; velluti sete e passamanerie, elementi simbolici, gioielli, insetti, ricercate prelibatezze, manifesto compositivo estetico che racconta la Visione personale di Titti Garelli. Dai suoi lavori si scorge la forte maestria nell’uso cromatico, poliedrica tecnica strutturata da un’idea compositiva mai data al caso, donando leggerezza e forte espressione creativa. Da dove arriva o da dove nasce la necessita di fare arte? La mia arte nasce contemporaneamente dalla coscienza nel aver acquisito una buona tecnica. Per molti anni ho lavorato nel campo dell’illustrazione, lavoro impegnativo che non mi consentiva di avere sufficiente tempo libero per dedicarmi interamente alla mie attività d’interesse, ma grazie a questa ho affinato la mia idea pittorica. È cosi Titti, io dico sempre che Il background è la storia che dobbiamo attraversare per essere quello che siamo. Curiosità ,ma quando lavori in che ambiente ti trovi? Hai bisogno di suoni o di assoluto silenzio? Io ho lo studio in casa e qui nel mio studio ho sempre la TV accesa, lavoro in solitaria. Anche quando dividevo lo studio con mio marito, anche lui artista (Plinio Martelli – recentemente scomparso) ognuno aveva il suo spazio, un grande terrazzo divideva i nostri studi. Plinio ad un certo punto prese un altro studio mentre io preferii restare qui a casa, per una questione di luce, per me era necessario avere una luce naturale mentre per lui era necessaria quella artificiale poiché si occupava di fotografia. La luce artificiale modifica la percezione del colore ed io che lavoro con il colore mi tocca spesso modificare quello che ho fatto la sera prima. Per quanto riguarda i suoni se la tv resta accesa non l’ascolto, indentifico un brusio di sottofondo, mentre per la musica se bella mi distrae e mi impedisce di concentrarmi, se brutta mi infastidisce e dunque anche in quel caso non riesco a concentrati in maniera positiva e produttiva. Raccontami il tuo luogo di lavoro ideale. Un grande studio fatto di grandi vetrate, magari in un castello di campagna qui vicino c’è una location ideale è il Castello di Masino conosci? Dalle nostre parti è molto conosciuto… un posto così non sarebbe male e potendo sognare mi piacerebbe inoltre un affaccio su un meraviglio giardino. Cosa ne pensi dell’ arte di oggi? Lo sai anche tu che la Domanda è complicata e richiede una quantità enorme di parole e di tempo… Viviamo un momento artistico complesso dalle molteplici sfaccettature, del resto è il riflesso della società. C’è tutto e il contrario di tutto. Ho potuto seguire lo sviluppo dell’arte contemporanea a Torino degli ultimi 50 anni; mio marito apparteneva a quella che allora si chiamava “Avanguardia”. Tutto il xx secolo è stato dominato da avanguardie storiche, dalla necessità di rivoluzionare linguaggi, scardinando quello che sembrasse incarnare il passato, un susseguirsi di movimenti, scuole e azioni. Oggi pare che tutto quello che si poteva fare sia stato fatto, sperimentato, osato. La mia età anagrafica mi permette di guardare al presente e al passato con lucidità ed indifferenza, concedendomi il lusso di fare quello che mi piace senza preoccuparmi dell’Arte. Una cosa buona però è avvenuta: il prepotente affermarsi delle donne artiste. Esattamente, ragione per cui abbiamo dedicato questo spazio, un vera necessità. Ma dimmi chi ti ha ispirato nella tua carriera? Ho sempre provato fascino per la pittura minuziosa e perfetta ma non iperrealista, osservare e ammirare gli artisti fiamminghi, ricordi d’infanzia come in Galleria Subalpina a Torino… Estasiata nel Veder apparire insetti che sembravano vivi e palpitanti tra petali e fiori rutilanti di colori, forme cristallizzate in una eterna estate. Poi crescendo ho imparato ad apprezzare ed amare tanti altri artisti, ma la mia idea pittorica è legata alla limpida perfezione della pittura seicentesca. Nei miei lavori ci sono richiami di preraffaelliti, simbolismi appartenenti alla pittura Italiana del XV secolo, la ritrattistica elisabettiana. Se potessi passare un giorno con un artista contemporaneo o del passato chi sceglieresti? Vorrei incontrare Hieronymus Bosch, per farmi spiegare i segreti dei suoi Giardini delle Delizie, spiare poi Millais che dipinge (o meglio prepara) la sua iconica Ofelia, farmi insegnare da Sargent il suo meraviglioso gesto pittorico. Una frase o una citazione che non dimenticherai mai. Ho pensato e ripensato a questa domanda, ma non ho trovato nulla… Non voglio citare Dostoevskij perché purtroppo siamo assediati dalla bruttezza, nell’arte, nell’architettura nella moda, nel design, persino nel cinema….. 20 anni fa lo avrei fatto ma questo ultimo lustro ha così esaltato e fatto evincere la bruttezza che sinceramente oggi appare ingenuo trovarvi una funzione salvifica. E poi cos’è mai la bellezza? Io conosco quello che per me è bello, che non credo coincida con un sentimento generale… Hai dovuto compiere molti sacrifici per arrivare dove sei ora. E dove sono ora? Personalmente ed artisticamente sto attraversando un momento incerto e pieno di dubbi e ripensamenti, influenzato certo da quello che sta capitando a livello mondiale con la pandemia guardo con meno benevolenza alle mie scelte passate. Personalmente non credo affatto all’etica del sacrificio. Ho fatto cose nella mia vita che forse gli “altri” potrebbero etichettarli come sacrificio, per me era necessità. Spiega la tua arte e il tuo lavoro. Il mio lavoro è artigianale, manualità e tecnica asservite ad un’idea. La pittura in un momento in cui la pittura è minoritaria nell’affollato pantheon dell’arte contemporanea. La donna è sempre la mia protagonista anche se bambina, ed oggi dopo anni, adolescente. Interpreta di volta in volta dei personaggi o dei temi che mi arrivano dal presente e dal passato, che raccontano la mia cultura e il mio territorio. Dopo il ciclo delle bambine cattive, terminato circa dieci anni fa, ho iniziato il mio ciclo pittorico delle regine neogotiche, tema a sua volta suddiviso in categorie come le regine del vino, le regine maya, le pounou queens. Sono immagini iconiche che riflettono tutti i miei amori artistici, letterali ed estetici. I particolari che le compongono sono la rappresentazione del tema originario scelto, dal loro abbigliamento, oggetti decori e gioielli tutto preso dal mio mondo reale, gli oggetti rappresentati sono di mia proprietà, come firma dell’opera. Come immagini l’arte in futuro? La confusione che posso vedere genericamente parlando mi rende impossibile fare previsioni. L’arte è così legata agli investimenti, alle Aste internazionali e si impegnano cifre enormi per lavori che finiscono nei Caveau delle banche transitando interessi. Se si prende una rivista d’arte contemporanea possiamo vedere di tutto, offerte per tutti i gusti, Hirst impiega capitali a nove (o 10) zeri per realizzare i suoi progetti, la risposta mi sembra scontata. Il tuo mestiere ti ha reso felice o ha reso felice altre persone? Il mio mestiere mi rende felice e questo è già quasi tutto. Finalmente, dopo tanto tempo faccio quello che voglio, realizzo le mie idee e non quelle di altri (come quando lavoravo come illustratrice). Non mi rende felice economicamente, ma alla mia età le priorità sono diverse da quelle della maggior parte delle persone, ho esigenze diverse molto minimali. Le cose che si vogliono hanno un prezzo, il costo della propria libertà e il poter esercitare la propria professione è impagabile. Come la società percepisce la tua figura professionale, come percepisci tu la società. Sai le persone vivono la propria dimensione e dunque la società può percepirmi come un’ artista o percepirmi come una signora in pensione, come vedi è molto soggettivo, resta il fatto che io sono per natura una persona riservata e solitaria, ho tanti amici e amo le persone e la gente in genere. Per me è gratificante che la società percepisca la mia persona attraverso il mio lavoro. Ho assistito a cambiamenti epocali e ad oggi non mi faccio illusioni. Ringraziamo Titti Garelli che ha accolto virtualmente XD Magazine nel suo studio, una realtà poetica, una fiaba realistica di infinita bellezza. Condividi con: Facebook Google+ Twitter Pinterest Zaira Perri Google+ Facebook Twitter linkedin Articolo Precedente LUIS DI GENNARO R... Articolo Successivo Viva la scuola, abba...